#iononsonocarne #hosmessoditacere #violenzasulledonne #violenzasessuale. Questi ed altri hashtag compaiono sul profilo Instagram di Loredana Bertè, in segno di solidarietà alle vittime di violenza sessuale.
Lo slogan “IO NON SONO CARNE” fa riferimento alla campagna social promossa da Luca Dini, direttore del magazine settimanale F, e allude alle frasi ascoltate troppo spesso da alcuni uomini che, spinti dai picchi di testosterone, giustificano la loro ricerca di un “pezzo di carne” su cui sfogare i propri istinti bestiali.
E quando si tratta di un gruppo, il discorso diventa ancora più crudo, sicché questo comportamento diviene agli occhi del branco un doveroso compito che il maschio deve portare a termine.
“Eravamo troppi. Sinceramente mi sono schifato un poco ma però che dovevo fare? La carne è carne“. Questa è solo una delle frasi agghiaccianti trovate dagli inquirenti sui telefoni dei 7 stupratori di Palermo ai danni della giovane 19enne.
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Loredana Bertè racconta le violenze subite da adolescente al concerto a Palmi
La cantante ha raccontato di aver subito uno stupro a Torino all’età di 16 anni durante una tournée italiana con il corpo di ballo di Rita Pavone.
L’autore dell’abuso per un mese intero le faceva recapitare delle rose, finché una sera lei decise di uscire con lui. Quando l’aggressore la portò in un appartamento e chiuse la porta a chiave, lei capì che la tragedia stava per consumarsi.
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“Mi ha riempita di botte e mi ha violentata”. Il pubblico con un grande applauso ha apprezzato il coraggio delle dure parole di Loredana, che per lungo tempo non è riuscita a farsi avvicinare dagli uomini, traumatizzata da quell’evento brutale che per anni si è tenuta dentro senza denunciare.
Foto in evidenza da Instagram @loredanaberteofficial
