Stupro Palermo, il minorenne tornato in carcere: “Troppo divertente in 7… È svenuta più di una volta”

R. P., che all'epoca dello stupro di Palermo era minorenne, si sarebbe vantato quella stessa notte con un amico in alcuni vocali: "Compare l'abbiamo ammazzata, abbiamo fatto un macello, minchia in 7 ci siamo divertiti"
Stupro Palermo, il minorenne tornato in carcere: "Troppo divertente in 7... È svenuta più di una volta"

Ogni giorno si aggiungono nuovi agghiaccianti dettagli legati allo stupro di Palermo ai danni della ragazza 19enne. Poche ore fa infatti si è appreso che R. P. è tornato in carcere dopo un iniziale scarcerazione alla luce della sua confessione e perché era minorenne. Il gip del Tribunale dei Minori però ha deciso di farlo tornare dietro le sbarre.

Il motivo? Il giudice ha dichiarato che R. P. ha dato la sua versione dei fatti solo perché voleva essere scarcerato e inoltre la sua confessione non combacerebbe con la testimonianza della 19enne stuprata la notte tra il 6 e il 7 luglio al Foro Italico di Palermo.

Il ragazzo ora 18enne infatti, ma che quella notte era ancora minorenne, aveva riferito di aver sì partecipato allo stupro, poi però avrebbe aiutato la vittima. Quest’elemento non ha avuto nessun riscontro con la realtà dei fatti.

Il giovane ha scambiato dei messaggi con un amico la sera dello stupro di Palermo che fanno venire i brividi e un certo senso di ribrezzo e rabbia a leggerli: “Cumpà l’ammazzammu, ti giuro a me matri, l’ammazzammu, ti giuro a me frati, sviniu… Sviniu chiossai di na vota… Ti giuro, ava muoriri, me frati… Na fic… sette, u vo capiri? Mi fici lassari u contatto, a chista mancu a canuscievo io, a pigghiaru l’amici mia e iemmu a fic…, minchia siette, mamà…! Non m’a firassi cu sette masculi, cumpà ficimu un macello, n’addivertemmu, ti giuro a me patri, troppi cianchi!”. 

(“Compare l’abbiamo ammazzata ti giuro su mia madre e mio fratello. È svenuta più di una volta, ti giuro – dovesse morire mio fratello – ce la siamo scop… in 7, lo capisci? Mi sono fatto dare il contatto, a questa io nemmeno la conoscevo, l’hanno trovata dei miei amici e siamo andati a scop… in sette! Abbiamo fatto un macello, ci siamo divertiti”): la traduzione degli audio dell’orrore, che si legge su “Today”.

Inoltre aveva insistito affermando: “Niè, un macello… ficimo un macello, siamo stati un quarto d’ora compà e in un quarto d’ora lei si è sentita male ed è svenuta più di una volta…” (“Un macello… abbiamo fatto un macello, siamo stati un quarto d’ora compa’ e in un quarto d’ora lei si è sentita male ed è svenuta più di una volta”). 

A quel punto il suo amico ha risposto con un: “Minchia, però lariu è accussì! (Minchia, però brutto è così)” ma il minorenne continuava a ridere: “Ahahah, troppo forte invece!”.

Stupro di Palermo, il giovane ha usato TikTok per vantarsi

Stupro Palermo, il minorenne tornato in carcere: "Troppo divertente in 7... È svenuta più di una volta"
I ragazzi dello stupro di Palermo (Foto da PalermoToday)

Prima di tornare in carcere R. P. era stato mandato in una comunità dove non gli hanno vietatato l’uso del cellulare. Quindi il giovane ha pubblicato sui social, precisamente, su TikTok video e foto, Era il 19 agosto scorso, così come hanno ricostruito i carabinieri.

La Procura quindi gli contesta accuse molto gravi. Su TikTok ha creato anche un altro profilo in cui avrebbe scritto: “Sto ricevendo tanti messaggi da ragazze, ma come faccio a uscire con tutte? Siete troppe” e: “Ah e volevo ringraziare a chi di continuo dice il mio nome, mi state facendo pubblicità e hype”.

Inoltre domenica scorsa ha scritto sulla sua foto: “Arriviamo a 1000 follower così potrò fare la live e spiegarvi la situazione com’è andata realmente”. Non è mancata una canzone neomelodica come “Nun se toccano ‘e femmene” e immagini del film sulla mafia Quei bravi ragazzi con la scritta: La galera è il riposo dei leoni.

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Il provvedimento del gip di Palermo su R. P.

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La manifestazione di Palermo di Non una di meno (Foto da Facebook di Non una meno – Palermo)

Il gip di Palermo, così come si legge su “Today”, ha scritto nel suo provvedimento: i messaggi che R. P. ha scambiato con il suo amico alle 2:12 di notte subito dopo lo stupro ai danni della 19enne “rivelano inequivocabilmente l’estremo compiacimento dell’indagato rispetto a quanto accaduto la sua totale insensibilità rispetto alla atrocità commessa considerata fonte di divertimento e il suo disprezzo per la vittima”.

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Per il giudice il giovane non si è per niente pentito dell’orrore perpetrato verso la vittima che oltre a essere stata violentata è stata anche picchiata dai 7.

Inoltre R. P. “ha anche dimostrato di essere assolutamente incapace di una sia pur minima autoregolazione emotiva ricercando sui social fama e notorietà per quanto orribilmente accaduto e compiacendosi del successo ottenuto con le ragazze che lo hanno contattato”, si legge ancora nel provvedimento del gip.

Foto in evidenza da laragione.eu

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