Caivano torna ad essere teatro di scontri.
A qualche giorno dalla visita della premier Giorgia Meloni nel comune alla periferia nord di Napoli, la camorra torna a presidiare i territori del Parco Verde.
Stanotte una stesa, l’ennesima, con raffiche di colpi partiti dalle motociclette in sella alle quali le ronde mafiose battono ogni angolo del territorio. Per la precisione 19 i colpi esplosi: i bossoli delle pistole delle mitragliette utilizzate giacciono ancora sull’asfalto o conficcati nelle vetture in sosta, incontrate durante la stesa. Una stesa intimidatoria, sembrerebbe, non rivolta ad un obiettivo specifico.
“Qui è il terrore” ha affermato don Maurizio Patriciello, che nella notte tra il 10 e l’11 settembre, è stato svegliato dalla raffica di colpi, così come probabilmente gli altri abitanti del Parco Verde, i quali affermano, tuttavia, di non aver sentito o visto alcun movimento. E, ancora una volta, il parroco non ha taciuto lo stato di cose della periferia, denunciando prontamente l’episodio di stanotte.
Una “notte insonne” quella del parroco della legalità, come è stato più volte denominato don Patriciello per il suo impegno civile nel difficilissimo territorio quale è il Parco Verde di Caivano. Il parroco affida alla piattaforma social Facebook la condivisione dei suoi pensieri e del suo attuale stato d’animo, rivolto soprattutto alla gente del suo quartiere per la quale non c’è pace.
“Le stese fanno paura” continua don Patriciello “Può morire chiunque. Signore, aiutaci”. Una preghiera disperata, quella di don Patriciello e degli abitanti del Parco Verde, che oggi più che mai vivono nel terrore di essere raggiunti dai proiettili vaganti in qualunque momento.
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La denuncia di don Patriciello e la risposta dello Stato per Caivano
Nei giorni scorsi, il Parco Verde di Caivano è stato sotto i riflettori: l’aggressione e lo stupro ai danni di due minorenni ha suscitato il pronto intervento dello Stato, soprattutto su sollecitazione dello stesso don Patriciello, da sempre in prima linea sul territorio e da oltre un anno sotto scorta per le continue minacce subite.
Prima la visita della premier Giorgia Meloni, per mostrare che lo Stato c’è, poi il blitz con 400 uomini tra Carabinieri, Forze dell’Ordine e Guardia di Finanza; infine il “decreto Caivano” – un nome non casuale, dunque – che a partire dalle vicende del comune napoletano, vuole porre un pacchetto di leggi a contrasto della criminalità minorile.
Il parroco non si è arresta nella sua lotta all’illegalità e alla camorra e ha perseguito nel suo obiettivo di divulgazione e denuncia degli episodi di arroganza mafiosa e violenza cieca nel territorio periferico a nord di Napoli. Questa la denuncia di don Patriciello:
“Volti coperti. Armi pesanti in mano. Sfrecciano per i viali sparando all’impazzata. È il terrore.[…] Ci sono persone mascherate che arrivano in moto ad alta velocità con i kalashnikov sulle spalle e sparano all’impazzata.
Il quartiere va nel terrore, basta poco per morire colpito da un proiettile vagante. È pericoloso, è inconcepibile. Le forze dell’ordine in questi giorni si stanno facendo in quattro, ma queste persone volano alla velocità della luce, avviene tutto in fretta e poi scappano via. È la terza volta che accade un episodio simile da quando a Caivano è venuto il presidente del consiglio. Io leggo questa cosa come una sfida allo Stato.”
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“E voi tutti che avete criticato le forze dell’ordine e l’intervento del governo, vergognatevi. E, se avete il coraggio, venite voi ad abitare con i vostri figli al ‘Parco Verde’ in Caivano” ha continuato don Patriciello, rivolgendosi a quanti – parlamentari e non – hanno criticato il maxi blitz con 40o agenti che all’alba del 5 settembre ha portato al sequestro di armi, stupefacenti e animali esotici detenuti illegalmente, nonché di due ordigni esplosivi.
Eppure, nonostante la speranza sembri venir sempre meno in tali contesti, l’appello di don Maurizio Patriciello è chiaro: non arrendersi e restare.