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USA, nessuna accusa di omicidio per l’agente che uccise Breonna Taylor: notte di proteste e due poliziotti feriti

Breonna Taylor USA rivolte (foto dal web)

Nessuna accusa di omicidio verso i tre poliziotti coinvolti nella sparatoria di marzo in cui perse la vita Breonna Taylor. Solo per un agente arriva l’incriminazione, ma è per “condotta negligente”

La morte della ragazza di 26 anni, avvenuta a marzo, aveva destato lo scalpore e le proteste dei manifestanti americani e non, attraverso la campagna #SayHerName. Il colpo di pistola che uccise Breonna Taylor arrivò durante una sparatoria nel corso di una retata antidroga nella sua casa di Louisville (Kentucky). Dopo l’irruzione nella notte degli agenti, il fidanzato di Taylor, non avendo riconosciuto la polizia, aveva sparato in loro direzione, colpendone uno alla gamba. 32 colpi arrivarono come risposta, di cui uno fatale per la ragazza.

Ma il gran giurì che si è occupato della sentenza riguardante il caso ha infine deciso di non presentare accuse di omicidio verso i tre. Due di loro non sono neanche condannati; il terzo è incriminato per aver messo in pericolo la sua vita, per aver sparato negli appartamenti vicini, e l’accusa risulta dunque quella di “condotta negligente e pericolosa”. Non c’è traccia di conseguenze per l’uccisione della ragazza.

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Proteste a Louisville e in altre città USA per Breonna Taylor: due agenti feriti

breonna taylor rivolte USA (foto dal web)
Breonna Taylor (foto dal web)

La rivolta dei manifestanti di Louisville non si è fatta attendere, con invasione delle strade e scontri con la polizia: due agenti sono stati feriti poco prima del coprifuoco delle 21:00 (deciso dal sindaco al fine di stemperare gli animi) con due colpi di pistola. Proteste anche in altre città americane.

Donald Trump ha scritto su Twitter di star “pregando” per i due poliziotti feriti, dopo aver definito il gran giurì una “star” per la sua decisione. D’altro canto il legale della famiglia Taylor giudica la sentenza come “offensiva”. Il procuratore del Kentucky spiega invece che gli agenti “secondo la legge del Kentucky erano giustificati all’uso della forza per proteggersi. Questa giustificazione ci impedisce di perseguirli per la morte di Taylor“.

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