Icone gay, personaggi che hanno lasciato un segno nel mondo LGBTQ+: da Alessandro Magno a Lady Gaga

La comunità LGBTQ+ da sempre si è ispirata e ha amato dei personaggi vissuti in diversi momenti storici elevandoli così al titolo di icone gay
Icone gay personaggi lasciato segno mondo LGBTQ+ Alessandro Magno Lady Gaga

La comunità LGBTQ+ ha da sempre trovato un punto di riferimento in personaggi pubblici che sono diventate vere e proprie icone gay, entrate nell’Olimpo rainbow al di là del proprio orientamento sessuale. Il più delle volte a rendere iconica una persona è la libertà di pensiero, l’apertura mentale oltre che ad uno stile di vita affine al mondo gay.

Un fenomeno di certo non recente ma che affonda le sue origini agli albori della storia dell’uomo, come del resto anche l’omosessualità in barba a chi la considera “un fenomeno di moda”. Le icone gay, seppur individuate ed esaltate solo nell’ultimo secolo grazie anche ad una maggiore libertà sessuale, si possono individuare in qualsiasi tempo storico.

Volendo scomodare l’antica Grecia è impossibile non citare ad esempio Alessandro Magno che al suo amato Efestione dedicò titoli ed onori anche dopo la sua morte. Una scomparsa che, secondo alcuni storici, mise così tanto in ginocchio il padrone del mondo antico da fargli trascurare la sua stessa salute fino a farlo seguire il suo eromenos nell’Ade.

Perfino la storia cattolica, nonostante quello che si possa pensare, è piena di riferimenti ad icone gay. Primo fra tutti San Sebastiano, merito dell’iconografia classica nella quale è rappresentato come un giovane dal fisico affascinante trafitto da frecce nel corso del suo martirio.

Perfino Oscar Wilde si è ispirato al santo cristiano quando ha scelto il suo pseudonimo appena uscito dal carcere dov’era stato condannato per pederastia. Il genio inglese infatti decise di firmarsi Sebastian Melmoth. Al martire romano, considerato dalla Chiesa come il protettore contro le pesti, la comunità LGBTQ+ si è ufficiosamente affidata negli anni ’80 quando è iniziata a diffondersi l’AIDS.

Icone gay nella storia moderna

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Raffaella Carrà (Foto Instagram @raffaellacarra_fans_official)

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Per quanto riguarda gli anni più vicini a noi i personaggi considerati delle icone dalla comunità omosessuale si sono moltiplicate a dismisura, merito anche dell’impegno politico che molte hanno deciso di assumere. In Italia una delle più adorate è stata senza dubbio Raffaella Carrà che nel corso della sua straordinaria carriera si è imposta come un’artista capace di precorrere i tempi.

Dall’ombelico scoperto al “Tuca Tuca” il caschetto biondo della tv è entrata nel cuore di tutti e in particolare del mondo LGBTQ+ con grazia e onestà intellettuale. Nel ricordo di tutti la sua chiara e netta posizione nei riguardi delle famiglie arcobaleno e dell’adozione per le persone dello stesso sesso.

Sempre restando nel mondo dello spettacolo italiano senza dubbio si sono meritati il titolo di icona gay Mina, fra i personaggi più imitati negli spettacoli drag. In questo caso il merito di tanto amore nasce dalla sua capacità di rincorrere e tenersi stretto l’amore nonostante i pregiudizi imperanti.

Occorre infatti ricordare che Mina subì dolorosi attacchi quando giovanissima decise di vivere il suo amore con Corrado Pani, all’epoca separato in un’Italia che riconoscerà il divorzio solo 10 anni dopo il loro incontro.

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Mina (Foto Instagram @mina_mazzini_official)

Facendo un salto oltre oceano fra le icone gay è impossibile non annoverare Judy Garland, che con il brano “Over the Rainbow” cantato nel film “Il mago di Oz” è entrata di diritto nel cuore del mondo omosessuale. Basti pensare che “essere amico di Dorothy“, il personaggio interpretato dalla Garland nella pellicola del 1939, veniva usato negli anni ’50 come codice per identificare i gay.

Come lei le attrici, Marlene Dietrich e Greta Garbo, affascinanti e ammaliatrici che non hanno mai disprezzato l’amore delle donne. Elizabeth Taylor, per tutta la vita schierata a favore della comunità omosessuale. Liza Minnelli, figlia di Judy Garland, che non a caso è diventata non solo amata ma anche punto di riferimento negli spettacoli d’arte drag.

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Le icone gay dagli anni ’80 ad oggi

Merito anche della maggiore visibilità che la comunità omosessuale ha goduto negli ultimi 40 anni nuovi personaggi sono entrati di diritto nell’Odeon delle icone gay.

Primo fra tutti l’immenso Freddy Mercury che con il suo stile di vita, la sua fisicità e non ultimo il suo incommensurabile talento artistico è di certo l’idolo indiscusso degli anni ’80. La sua voce gli ha in effetti regalato quell’immortalità che l’AIDS gli ha negato ad appena ad appena 44 anni.

Anche la cantante messicana Alaska, specialmente grazie alla sua hit “A quién le importa?” ha dato il suo grande supporto alla comunità LGBTQ+. In particolar modo il suo brano è considerato un vero e proprio inno arcobaleno tanto da essere diventata la colonna sonora dei Pride.

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Per le loro posizioni sempre più nette riguardo i temi cari al mondo omosessuale fra le icone gay non possono non essere inserite anche Madonna e, ritornando nella settima arte, Angelina Jolie. In particolare l’attrice americana si è distinta anche per il supporto dato alla figlia Shiloh che sta esplorando la sua identità.

Negli ultimi anni, grazie alla sua presa di posizione anche politica a favore dei diritti della comunità LGBTQ+, è diventata certamente una delle icone gay più famose Lady Gaga. La sua popolarità nasce dalla capacità di parlare direttamente al cuore dei fan che in lei vedono quasi un modello di riscatto.

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Lady Gaga (Foto Instagram @ladygagavision)

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Mettendo un attimo da parte il mondo dell’arte possono essere considerate icone gay personaggi sportivi come la tennista Martina Navrátilová, entrata nei cuori rainbow anche grazie al suo orientamento sessuale, e l’ex calciatore David Beckham.

Una menzione particolare va fatta per la principessa Diana, un personaggio che ha conquistato per la sua vita difficile nonostante la promessa di una favola a corte e, ovviamente, per la drammatica fine.

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