Alle 7, ora italiana, parte sul circuito di Suzuka il Gran Premio del Giappone sotto un temporale torrenziale. È partenza dalla griglia, ma a poche curve dall’inizio scoppia il caos: Carlos Sainz sulla sua Ferrari n°55 a causa dell’acquaplanning perde il controllo e va a muro, rimbalza e rimane con metà della sua vettura nel circuito. La visibilità è pari a zero e i suoi colleghi non si accorgono di lui, ma per fortuna nessuno transita su quella parte di pista.
Attimi di terrore per lo spagnolo che poi dichiara: “in quel momento sei nelle mani di Dio, perché i tuoi compagni non ti vedono e tu non puoi fare nulla”. Safety car e dopo poco bandiera rossa.

Nel momento della bandiera rossa ecco il clamoroso errore della direzione gara: Gasly, partito dalla pit lane, è in rimonta per raggiungere il resto del gruppo che prosegue dietro la safety car, ma nel momento esatto in cui viene data la bandiera rossa, il francese si ritrova una gru in transito nel circuito. Il pilota n°10 si apre subito con i suoi ingegneri, arrabbiatissimo, per lamentarsi, giustamente, dell’accaduto.
La gara riprende dopo due ore e 15 minuti, ma dietro safety car questa volta, e forse sarebbe dovuta partire così sin da subito. Nei primi giri Leclerc mette pressione al leader Max Verstappen, ma dopo poco il monegasco ha un crollo incredibile di prestazione e l’olandese inizia il suo allungo, giro dopo giro.
A circa 20 minuti dalla fine Leclerc perde circa un secondo a giro su Perez (che si trova dietro), mentre Verstappen ha un vantaggio di circa 15 secondi.
Bagarre stupenda e avvincente quella tra Esteban Ocon e il pluri-iridato Lewis Hamilton, per la quarta posizione. Il francese si trova davanti, ma si difende con una ferocia straordinaria e tiene a bada Sir Lewis.

L’ultima scintilla, a poche curve dalla fine tra Leclerc e Perez per la seconda posizione: il monegasco ha trasformato le sue intermedie in gomme slick, va lungo e taglia l’ultima chicane. Ma rientra comunque davanti al messicano, che era abbondantemente dietro. Tagliano il traguardo con Charles Leclerc secondo e Perez terzo. Max Verstappen, invece vince il suo secondo titolo da campione del mondo.
A pochi minuti dalla fine della gara, arrivano 5 secondi di penalità per il n°16 Ferrari.
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Direzione gara da rivedere a Suzuka

Il primo episodio che deve far riflettere sulla competenza assai discutibile della direzione gara è stato quello di Gasly, che si ritrova una gru in transito all’interno del circuito. Inevitabile che il primo pensiero di Pierre Gasly sia stato quello che è successo nel 2014 a Jules Bianchi, che perse la vita a causa di un incidente, a Suzuka, con le stesse condizioni meteo, in regime di safety car. Dinamica precisa otto anni dopo: inaccettabile. Se Gasly avesse perso il controllo della sua monoposto (come è successo a Sainz) si sarebbe verificato lo stesso incidente di cui fu vittima Jules Bianchi.
Non si capisce come sia stato possibile che la direzione gara abbia permesso una situazione di pericolo tale. Soprattutto se si pensa che due gare prima, a Monza, circuito più grande, in condizioni meteo che permettevano tranquillamente la visuale, hanno aspettato svariati giri per far entrare la gru per la rimozione di una monoposto. Situazioni al limite dell’assurdo.

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Il secondo episodio che stona è stata la rapidità con cui è stata data la penalità a Charles Leclerc (5 secondi, con cui perde il secondo posto), per una situazione molto borderline, se si pensa che a Singapore, in una situazione molto più palese, è stato convocato il pilota interessato (Perez), per sentire le spiegazioni, e l’ufficialità della penalità (ridicola) è arrivata 3 ore dopo la fine della gara.
Tutto molto confuso, ma una certezza c’è ed è che Max Verstappen è bis campione del mondo.