USA, la Corte Suprema sancisce la fine del diritto all’aborto

Aborto, la Corte Suprema annulla il diritto costituzionale. Proteste in tutta l'America e Biden lancia l'appello al Parlamento americano per ripristinare il diritto all'interruzione di gravidanza
USA Corte Suprema cancella diritto aborto

In America la sentenza che tutela il diritto delle donne all’aborto non esiste più. Con una decisione che rovescia un diritto fondamentale radicato negli Stati Uniti da 50 anni, la Corte Suprema annulla la storica sentenza Roe v. Wade, con cui nel 1973 la stessa Corte riconosceva alla texana Norma McCorvey di poter interrompere la gravidanza, garantendo a tutte le donne di accedere liberamente all’aborto.

La sentenza è stata presa da una Corte divisa con 6 voti a favore dei giudici conservatori e 3 contrari, i giudici liberali Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer hanno diffuso un comunicato stampa per dissociarsi: “Tristemente, molte donne hanno perso oggi una tutela costituzionale fondamentale. Noi dissentiamo”.

Tutti e tre i giudici nominati dall’ex presidente Donald Trump, che ha perso nel veto popolare sia delle elezioni del 2006 che in quelle del 2020, durante il suo mandato hanno voluto votare per l’abolizione della sentenza. Lo stesso Trump è stato il primo ad esultare: “È la volontà di Dio”.

“Quello della Corte Suprema è un tragico errore e la sentenza emessa sull’aborto è il risultato di un’ ideologia estrema”, questa è l’opinione dell’attuale presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel discorso tenuto alla stessa nazione nel pomeriggio di venerdì 24 Giugno.

I singoli stati sono liberi di applicare le proprie leggi sull’aborto

Joe Biden
Joe Biden (Foto da Pixabay)

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Joe Biden è molto chiaro a riguardo sulla legge che nega uno dei diritti inalienabili per ogni donna: “l’unico modo in cui possiamo garantire il diritto di scelta di una donna sull’aborto è che il Congresso ripristini questi diritto con una legge federale. Non c’è nessuna azione esecutiva del presidente che possa farlo. Ma al momento al Congresso mancano i voti per farlo ora, dunque gli elettori alle elezioni di novembre devono far sentire la loro voce”.

Ora i singoli Stati sono liberi di applicare le loro leggi in materia. Si torna agli anni precedenti alla sentenza, quando l’aborto negli Usa era disciplinato da ciascuno Stato autonomamente. In oltre la metà degli singoli Sati veniva considerato come reato, quindi non poteva essere praticato in nessun caso, mentre in più di 10 Stati era legale solo se costituiva pericolo per la donna, in caso di stupro, incesto o malformazioni fetali.

Già prima della diffusione sulla legge di abolizione dell’interruzione di gravidanza, poco dopo le 10 ora locale, centinaia di persone, in maggioranza donne, si sono riunite per protestare contro l’annullamento, di fronte all’edificio che ospita il massimo organismo giuridico americano.

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Si legge nella dichiarazione di Planned Parenthood, Naral Pro-Choice America e Liberate Abortion Campaign testuali parole: “Siamo impegnati a proteggere ed espandere l’accesso all’aborto e alla libertà riproduttiva attraverso un attivismo pacifico e non violento”, diversa la reazione dei repubblicani. Il leader del gruppo alla CameraKevin McCarthy, appoggia la decisione.

Ora la reazione alla sentenza di Joe Biden consiste nel dare mandato al segretario alla salute di garantire l’accesso delle donne alla pillola abortiva e ad altri farmaci per l’assistenza riproduttiva approvati dalla Food and Drug Administration. Lo annuncia la Casa Bianca in una nota.

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A solo un giorno dalla decisione della Corte Suprema, un gruppo di magistrati in 28 Stati hanno annunciato pubblicamente che non perseguiranno chi cerca o pratica l’aborto: “siamo uniti nella nostra ferma convinzione che i magistrati abbiano la responsabilità di astenersi dall’utilizzare le risorse limitate del sistema legale penale, per criminalizzare decisioni personali”.

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