All’Augusteo di Napoli “La donna è mobile” di Vincenzo Scarpetta apre la stagione teatrale 2022/2023. Una commedia parodia musicale che riprende l’originale del 1918 portato in scena dallo stesso Vincenzo Scarpetta.
L’opera ripropone in chiave comico-parodistica un’opera – il Rigoletto – scritta da Giuseppe Verdi nel 1851, riprendendone forse il verso più celebre, attorno al quale, non a caso, ruota l’intera costruzione scenica.
La donna è mobile
Qual piuma al vento
Muta d’accento
E di pensiero
Queste sono le parole attraverso le quali il Duca di Mantova intona l’ultimo atto dell’opera di Verdi: la donna è una piuma al vento, cambia umore e pensieri al mutare del vento ed è significativo che proprio questa battuta venga ripetuta ben due volte nell’ultimo atto da Eugenio, con forza, a sugellare la compiuta vendetta verso la tanto amata Giulietta, la viziata e capricciosa figlia di Ignazio Sazio, che aveva sbeffeggiato i sentimenti del giovane spasimante.
“La donna è mobile”: Sinossi
Giulietta, figlia di Ignazio Sanzio, di buona famiglia,nonostante i numerosi pretendenti, di sposarsi non vuole saperne: dal medico Ferdinado Saraca al baroncino Procolo Turzi fino al giovane orfano Eugenio Fiorillo, la giovane e ricca scapola Giulietta è ambito desiderio. La donna non vuole sposarsi perché il suo ego smisurato la orienta con godimento ad ingannare i sentimenti dell’ingenuo e puro di cuore Eugenio Fiorillo, un “trovatello” che il barone don Ambrogio (padre di Procolo) aveva scelto di prendere con sé sin da tenera età.
La morte improvvisa del barone Don Ambrogio getta tutti nello sconforto: così, la giovane Giulietta, venuta a sapere della futura eredità del baroncino Procolo, coglie immediatamente l’occasione per accettare la proposta di matrimonio, a insaputa del giovane Eugenio, che, quale figlio non naturale del barone, finisce a fare il cameriere nel centro antico di Napoli.
L’inaspettata scoperta di una lettera e alcuni documenti relativi alla sua vera identità, permetteranno a Eugenio di cambiare radicalmente la sua situazione economica e sociale e di attuare – con l’aiuto dei fedeli amici/servitori – la vendetta ideale verso l’amata Giulietta e la cerchia di altezzosi nobili.
“La donna è mobile”: la recensione
In un connubio perfetto tra la commedia di carattere che fa capo a Plauto e quella tipica dialettale del teatro classico napoletano che guarda a Scarpetta e De Filippo, la regia di Francesco Saponaro riesce a orchestrare una trama e un fitto annodarsi di situazioni giocando su e attraverso le figure degli ultimi, tanto i servi quanto i popolani, mostrandone vizi e virtù e presentandoli come figure ora ingenue e di buon cuore (Pasquale, Luisella) quanto avide e spregiudicate (Filomena l’usuraia; la cameriera Rosina, che, come la padrona, non si fa scrupolo a giocare con i cuori di tre giovani spasimanti: i servi Vicienzo, Felice e Salvatore).
Tra la vis propria della commedia di carattere e i frequenti intermezzi musicali che spezzano la prosa, lo spettacolo è un tripudio di figure che animano letteralmente la scena, calcandone ogni angolo, occupando e rompendo la quarta parete a partire già dal loro ingresso che non avviene dal retro delle quinte, bensì dai corridoi laterali.
In più occasioni in cui vi sia l’incontro-scontro tra i ricchi e i poveri, la scena appare divisa in due macro aree, differentemente illuminate: colori caldi per i dialoghi o duetti/terzetti dei nobili, colori freddi per le battute e gli intermezzi affidati ai personaggi del basso ceto, come a voler “tenere in ombra” (anche scenicamente) gli ultimi della scala sociale.
E sullo sfondo, mai menzionata ma presente con costanza la città di Napoli, che emerge dal dialetto dei protagonisti, ora nelle sue forme di “dialetto altolocato” ora in quelle più veraci del ceto più basso: esilaranti le scene di Rosina che cerca di imitare il dialetto dei padroni per poi lasciarsi andare alla sua reale natura.
Lo spettacolo ha registrato da subito un successo clamoroso da parte del pubblico: gli elementi chiave sono certamente da attribuirsi alla regia di Francesco Saponaro, alle musiche dirette e adattate dal Maestro Mariano Bellopede e al cast superbo di attori-musici che hanno saputo reinterpretare magistralmente l’opera, originale del 1918: Enzo Attanasio (marchese Cornacchia), Luigi Bignone (Eugenio Fiorillo), Giuseppe Brunetti (baroncino Procolo Turzi), Viviana Cangiano (Giacinta, figlia del marchese Cornacchia), Salvatore Caruso (Vicienzo, cameriere di don Ambrogio), Elisabetta D’Acunzo, (Filomena, l’usuraia), Rosario Giglio (Ignazio Sazio), Ivana Maione (Luisella), Davide Mazzella (Salvatore, cuoco del baroncino), Biagio Musella (Felice Sciosciammocca, cameriere di Eugenio), Serena Pisa (Giulietta, figlia di Ignazio), Luca Saccoia (dottor Ferdinando Saraca), Ivano Schiavi (il pescivendolo Pascale) e Federica Totaro (Rosina, cameriera di Ignazio).
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Non resta, dunque, che invitarvi al teatro Augusteo dal 28 ottobre al 6 novembre 2022 per godere di due ore di puro spettacolo in cui la parola d’ordine vigente è una sola: lasciarsi travolgere.
Per info trovate la campagna abbonamenti del teatro Augusteo per la stagione 2022/2023 su bigliettoveloce.it
“La donna è mobile” – Anticipazione