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“Così stanno uccidendo il mare”, per una Gajola libera e accessibile a tutti: le voci degli attivisti

Parola agli attivisti che da tempo sono impegnati per il libero accesso al mare soprattutto quello dell'area marina protetta - Parco Sommerso della Gajola a Napoli
Gajola libera accessibile a tutti voci attivisti
“Il pensiero come l’oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare
Così stanno bruciando il mare
Così stanno uccidendo il mare
Così stanno umiliando il mare
Così stanno piegando il mare”

E ancora una volta il nostro Lucio Dalla ci viene incontro anche per una questione molto importante, quella della Gajola, a due passi dalla costa di Posillipo a Napoli, che negli ultimi tempi sta alimentando una battaglia civica da parte di alcune associazioni contro l’ente gestore privato CSI Gaiola onlus.

Quest’ultimo è appunto l’ente privato che ha in gestione L‘area marina protetta – Parco Sommerso della Gajola. Gli attivisti da tempo protestano contro la concessione ai privati. Questa vicenda è iniziata da diverso tempo e ha visto l’Unione europea richiamare l’Italia a indire gare per il rinnovo delle concessioni. Il nostro Paese potrebbe anche ricevere delle sanzioni dalla UE.

La Commissione Ambiente ha iniziato un confronto sull’area marina protetta della Gajola, il professore Alberto Lucarelli, ordinario di Diritto Costituzionale alla Federico II ha così illustrato i termini dell’affidamento del Parco Sommerso a un gestore privato:

“La Gajola è sempre stata individuata dal Comune di Napoli come spiaggia libera attrezzata. Con la delibera 300/21 del 21 maggio si stipula un patto di collaborazione tra Comune, Capitaneria e CSI Gaiola Onlus per la gestione e contingentamento della spiaggia di cala San Basilio. Il Comune partenopeo ha la competenza dei servizi di balneazione pubblici e quindi deve consentire e agevolare la fruibilità di tale zona.

Per quanto attiene alle competenze e responsabilità comunali si tratta di un sostanziale affidamento diretto della spiaggia libera a un soggetto terzo privato. Affidamento e gestione si devono svolgere in rispetto dell’accessibilità e fruibilità.

Nel 2019 il Ministero dell’Ambiente e quello dei Beni culturali affidano la gestione del Parco Sommerso di Gaiola all’associazione privata CSI Gaiola Onlus per 9 anni, rinnovabili per altri 9. Questa onlus ha l’obbligo di porre in essere l’accessibilità e la fruibilità al Parco Sommerso della Gajola, la zona B, un’area di balneazione pubblica individuata dal Comune di Napoli. Il gestore – che non è il proprietario ma il rischio è che si tenda ad atteggiare come tale – è stato scelto senza concorrenza con assegnazione diretta.

Sarebbe anomalo se la governance sarebbe affidata in toto a un gestore privato. È necessaria una rivendicazione forte da parte del Comune nel quadro di delibere attuative per svolgere un ruolo più da protagonista in questa vicenda.

L’accesso contingentato alla Gajola crea delle diseguaglianze anche per la prenotazione online dato che, ad esempio, le persone anziane non pratiche di internet rimangono fuori dalla possibilità di fruire della zona B dell’area marina protetta. 

Gajola libera accessibile a tutti voci attivisti
Gajola

Il Parco sommerso non prevede la Commissione di Riserva. Quest’ultimo organo supporta la gestione ma alla Gajola manca, nonostante sia previsto dalla normativa vigente delle aree marine protette. Tale Commissione ha lo scopo di formulare proposte e suggerimenti, riequilibrando i poteri di questo ente gestore, tra l’altro scelto senza gara. La mancata presenza della Commissione di Riserva rende difficile l’interlocuzione con i cittadini, non consente una gestione partecipata e trasparente. Tutti gli atti posti in essere senza la Commissione di Riserva sono illegittimi, la gestione quindi è del tutto arbitraria. 

Le attività di ricerca, studio e protezione dell’ambiente impediscono la fruibilità di una zona pubblica da parte dei cittadini. Il Comune di Napoli dovrebbe svolgere un ruolo attivo, riprendendo il timone in mano rispetto a un’area magica come quella della Gajola. Tra un anno scadrà questo accordo e si spera che si esca da questo regime della gestione totalitario”.

Gli attivisti di “Gajola, bene comune di Napoli” e altre associazioni chiedono l’eliminazione delle barriere che non consentono l’accesso libero al mare e inoltre il ritiro dell’ordinanza relativa al numero chiuso per le spiagge pubbliche, con prenotazione, e con il controllo del gestore privato.

Maria Chiara Girardi, dottoranda di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli, ha redatto una pubblicazione giuridica in cui evidenzia le contraddizioni normative delle disposizione adottate all’interno della Gajola. L’intero documento è reperibile cliccando qui.

Intervista a Matteo Nuzzo e Valeria Liguori, portavoce della battaglia civica “Gajola, bene comune di Napoli”

Gajola libera accessibile a tutti voci attivisti
Manifestazione per una Gajola libera

Come associazione e cittadini comuni che si sono sentiti privati di un bene comune come l’accesso libero al mare della Gajola, come vi siete sentiti?

Valeria Liguori: “Ci hanno strappato l’anima con l’inganno, presentandosi in veste di ‘Amici della Gajola’ ma erano solo ‘amici’ dei loro interessi privati. Personalmente vivo tutto ciò come un lutto. La Gajola mi rendeva sopportabile vivere in questa città, era il mio refugium peccatorum, la mia sospensione dal dolore. La Gajola non è solo natura ma anche comunità”.

Matteo Nuzzo: “Derubati. La sensazione è quella. Tra di noi ci sta chi frequenta la Gaiola dagli anni ’90. Tutti noi ci siamo sempre presi cura del posto d’estate e d’inverno. Abbiamo raccolto rifiuti e li abbiamo trasportati per decadi, estate ed inverno. Adesso un uomo cattivo, dopo anni di ritorsioni e repressione, ci ha messo alla porta”.

E cosa state facendo per rendere di nuovo il mare libero e accessibile a tutti?

Valeria Liguori: “Sto continuando, dal lontano 24 gennaio 2012, a rivolgermi a tutte le istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali, portando argomentazioni e proposte più che fattibili con la sinergia delle istituzioni e dei cittadini funzionali al nostro scopo: Il bene comune della Gajola deve essere restituito ai Napoletani e vissuto come Parco Marino pubblico con ‘metodi di gestione idonei a favorire l’integrazione tra uomo e natura’ alla stregua di altri Parchi Parthenopei: parco Virgiliano, Villa Comunale, Capodimonte, il Giardino Romantico all’interno di Palazzo Reale, la Floridiana, l’Orto Botanico. Quest’ultimo ospita anche i cani e l’Ente Gestore del Parco Sommerso di Gaiola, il CSI Gaiola onlus, non tollera la presenza antropica, con la conditio sine qua non della prenotazione online, su area demaniale necessaria che sono le scogliere e gli arenili compresi all’interno del suddetto Parco?”

Matteo Nuzzo: “Stiamo per prima cosa sensibilizzando l’opinione pubblica perché da soli non andremo lontano. Poi abbiamo una proposta semplice: ristabilire la legalità. Già se venissero rispettate tutte le leggi da istituzioni e privati tanti accessi al mare non sarebbero sottratti alla popolazione”.

Gajola libera accessibile a tutti voci attivisti
Gajola libera manifestazione fuori al Comune di Napoli

Le istituzioni vi hanno ricevuto? Avete in mente un incontro?

Valeria Liguori: “Ci sono incontri già fissati e altri con data da concordare”.

Matteo Nuzzo: “Ci hanno ricevuto ma solo formalmente. Di fatto sono anni che continuano ad aumentare le restrizioni per chi non ha i soldi per barca o lido privato. Ricevere senza ascoltare è come non ricevere. È solo un gesto da dare in pasto all’opinione pubblica ove mai dovessero venir mosse accuse di disinteresse o poca predisposizione al dialogo. Una mossa di teatro per farla breve”.

Quali iniziative state proponendo al momento?

Matteo Nuzzo: “Al momento stiamo organizzando manifestazioni lungo tutta la costa. L’idea è quella di sensibilizzare chi ci ascolta e di comunicargli che anche lui ha dei diritti lesi per tutelare gli interessi di un’élite”.

Cosa vuol dire negare il diritto al mare libero e gratuito per tutti?

Valeria Liguori: “Negare il diritto al mare libero e gratuito per tutti equivale a discriminare, calpestare un diritto inalienabile, negare il diritto sociale alla cultura, così come è intesa nel Codice dei Beni Culturali 2004 Lg Bosetti-Gatti, non solo come tutela ma anche come valorizzazione ossia divulgazione, educazione alla convivenza civica oltre che ambientale”.

Matteo Nuzzo: “Vuol dire mandare un messaggio. Se non hai i soldi per una barca o un lido per lo Stato vali talmente poco che manco un bagno in una città di mare ti puoi fare. Vuol dire tenere bambini per strada a contatto con la delinquenza invece di offrire loro uno svago sano e innocente. Vuol dire calpestare i diritti sul demanio che hanno i contribuenti. Vuol dire rovinare l’estate alla cittadinanza”.

Per maggiori informazioni si possono seguire le pagine Facebook: Gajola Bene Comune di Napoli “Battaglia Civica” e Mare libero e gratuito Napoli e il gruppo Facebook: Gajola libera

Inoltre domenica prossima 31 luglio è prevista una manifestazione a Miseno da parte degli attivisti delle associazioni succitate, che invitano tutti gli interessati a esserci per sensibilizzare tutti i cittadini della costa partenopea.

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