Da bambino Lewis Hamilton è stato bullizzato e picchiato per il colore della sua pelle, lo aveva dichiarato in un post su Instagram in occasione della morte di George Floyd.
“Ho letto ogni giorno il più possibile per cercare di sapere il più possibile su quello che è successo nella nostra lotta contro il razzismo, questo ha riportato alla memoria tanti dolorosi ricordi della mia gioventù […] lontano dai circuiti sono stato bullizzato, picchiato, e il solo modo per rispondere a questo è stato imparare a difendermi, così ho imparato il karate. Ma gli effetti psicologici negativi non possono essere misurati“.
Quel colore che ancora oggi è il pretesto per rivolgere parole irrispettose verso un uomo che ha contribuito a fare la storia di uno sport incredibile, ma soprattutto di un uomo che si è sempre speso, cercando di stare in prima linea, contro ogni tipo di discriminazione.
Lewis Hamilton ha sempre assunto posizioni molto nette per le campagne in cui crede, tra queste la battaglia contro il razzismo, che purtroppo ha vissuto da molto vicino.
La vicenda risale a novembre, ma viene fuori soltanto adesso, a ridosso della gara di casa per il sette volte campione del mondo. Nelson Piquet in un’intervista a motorsports.com si è rivolto al numero 44 utilizzando un’espressione razzista e infelice, in merito all’episodio di Silverstone ’21 che aveva visto coinvolti Max Verstapen e Lewis Hamilton.
Nelson Piquet ha descritto l’accaduto, sostenendo che il comportamento dell’inglese fosse stato scorretto. Ma purtroppo per lui da questa intervista verrà solo fuori la gravità delle parole che ha usato.
Il paradosso che si evince è che non basta che uomo tu sia, quali sono i tuoi valori, quali sono le cose per cui hai lottato, le battaglie che hai vinto e la storia che hai scritto, il razzismo è radicato nella mentalità nelle persone a tal punto che per descrivere un eventuale comportamento scorretto in gara di Hamilton, ci si prende la libertà di ridurlo a un misero “ne**etto”.
I messaggi di vicinanza della Formula 1 per Lewis Hamilton
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Al fianco di Lewis sono arrivati subito i messaggi da parte della Formula 1, che ha “condannato nei termini più severi l’uso di qualsiasi espressione razzista o discriminatoria. Lewis è in prima linea negli sforzi che il nostro sport sta compiendo per combattere il razzismo ed è un vero campione di diversità in pista e anche fuori. Insieme condividiamo una prospettiva per un Motorsport diversificato ed inclusivo e questo incidente sottolinea la fondamentale importanza di continuare a sforzarsi per un futuro migliore”.
Ma non solo anche Charles Leclerc ha preso posizione, condannando duramente le parole usate e sostenendo che nel Motorsport non c’è spazio per questi commenti.
Anche Sebastian Vettel non si è risparmiato e come è abituato a fare ha preso una posizione di condanna nei confronti di queste dichiarazioni di Nelson Piquet, ma ha colto l’occasione per ribadire che tutte le forme di discriminazione sono sbagliate e dovremmo impegnarci a combatterle definitivamente.
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Che questo episodio ponga l’accento su un tema molto importante che ancora oggi è uno dei maggiori problemi nelle società. Lewis Hamilton durante la conferenza stampa piloti ha detto “Sono incredibilmente grato a coloro che mi hanno manifestato sostegno. Ho subìto spesso manifestazioni di razzismo, da molto tempo devo affrontare queste discriminazioni anche subdole a volte”.
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“Non capisco – ha concluso Lewis Hamilton – perché continuiamo a dare voce a queste figure più vecchie e che rappresentano il passato. Noi dobbiamo guardare al futuro e dare ai giovani una piattaforma che sia più rappresentativa di oggi. Riguarda il quadro più ampio.”
It’s more than language. These archaic mindsets need to change and have no place in our sport. I’ve been surrounded by these attitudes and targeted my whole life. There has been plenty of time to learn. Time has come for action.
— Lewis Hamilton (@LewisHamilton) June 28, 2022