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Alberto II di Monaco a spasso per le vie di Ripacandida (PZ), storia e cultura dell’antico borgo

Il racconto della visita del principe Alberto II di Monaco a Ripacandida in provincia di Potenza: storia, cultura e arte del bellissimo borgo della Basilicata
Alberto II di Monaco Ripacandida (PZ) storia borgo

Una nuova iscrizione in marmo datata 3 ottobre 2022, una targa pubblica apposta nei pressi dei locali comunali in memoria di una indimenticabile giornata: “Principe Alberto, benvenuto a Ripacandida, nel cuore della verde Lucania!”

Atterrato a Foggia con volo personale presso l’aeroporto “Gino Lisa” appena ripristinato agli atterraggi civili, Alberto II di Monaco varca per la prima volta il territorio della provincia di Potenza dopo la sua visita ufficiale lo scorso aprile 2022 a Matera: la meta è Ripacandida o “Candida Latinorum”, il “borgo dal colle bianco” di circa 1500 anime sito a nord della Basilicata, un ridente abitato le cui prime testimonianze di insediamento sono datate al VII sec. A.C.

È una bellissima mattina di inizio ottobre e non si tratta di una favola: la piccola e bella Ripacandida è stata riconosciuta ed associata ufficialmente dal Principato di Monaco come uno dei feudi / siti storici della Famiglia Monegasca ed entra così di fatto nella neo-fondazione “Siti Storici Grimaldi di Monaco” per la conoscenza e la valorizzazione delle comunità anticamente appartenute alla Famiglia reale del Principato.

“Questo primo viaggio di Sua Altezza Serenissima – ha detto il primo cittadino di Ripacandida, Giuseppe Sarcuno nasce dalla volontà dell’amministrazione comunale di riscoprire la nostra identità e la nostra storia di comunità e per offrire un’occasione di confronto, di crescita e di sviluppo”.

Borgo del miele, dello zafferano e della santità, borgo gemellato con Assisi e ora anche borgo amico del Principato di Monaco, Ripacandida ha dato i natali o ospitato alcuni uomini di chiesa come Donatello, Mariano, Laviero, il venerabile Giambattista Rossi e Maria Teresa Araneo, meglio conosciuta come Suor Maria di Gesù.

Il lavoro di preparazione dettagliato e silente della cittadina lucana nasce fin dal 2018, anno in cui l’amministrazione riprende i rapporti con il Principato di Monaco inattivi da decenni, diventando motivo di vanto per l’amministrazione comunale. Un borgo in festa per due giorni, bandiere e fiori sui balconi, esposizione e vendita di prodotti locali in appositi stands, spettacoli teatrali, intrattenimento per i più piccoli e un pranzo stellato nell’antico Chiostro-Foresteria di San Francesco dedicato al Principe e alle autorità presenti: ma, soprattutto, un patto di amicizia che legherà per sempre Ripacandida al Principato di Monaco.

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La visita a Ripacandida di Alberto II di Monaco

Alberto II di Monaco Ripacandida (PZ) storia borgo
Il principe Alberto II di Monaco e il sindaco Giuseppe Sarcuno (Foto: Monaco Italia Magazine)

Il Principe Alberto ha visitato le testimonianze storiche e architettoniche relative al periodo di amministrazione feudale della Signoria di Ripacandida sottoposta ai Grimaldi per concessione imperiale di Carlo V d’Asburgo il 23 luglio 1532, come i resti del castello, delle mura difensive e alcuni edifici nobiliari ed ha poi avuto modo di toccare con mano il più prestigioso dei tanti documenti storici ripacandidesi ritenuto a tutti gli effetti la migliore prova tangibile del legame tra Ripacandida e Monaco.

Una pergamena di laurea appartenuta a Giovan Felice Lioy, dell’omonima nobile famiglia ripacandidese, miniato in oro con lo stemma originale di Onorato Grimaldi, signore sovrano di Monaco e signore Feudale di Ripacandida, mostrato al Principe dallo storico locale Maurizio Ulino.

Alberto di Monaco, molto aperto con tutti, saluta e sorride in questa giornata di sole così immensa per la piccola cittadina del Sud Italia ed è una persona che stupisce per la sua innata e cordialissima semplicità. Si lascia intervistare amabilmente dalla schiera di televisioni locali e soprattutto ci lascia tre osservazioni.

La prima è quella della meravigliosa magia che luoghi come Ripacandida hanno sempre destato ai suoi occhi ma soprattutto agli occhi e al cuore di ogni visitatore, la seconda è legata all’incredibile sviluppo turistico che la Basilicata ha avuto negli ultimi anni, la terza è questa opportunità della peculiarità dei piccoli centri abitati, un tratto da non farsi sfuggire, perché la meraviglia di borghi come questi sia volano di esperienze di ritorno stabile e duraturo per i tanti giovani che lasciano il sud Italia in cerca di lavoro anche all’estero.

Oltre allo scoprimento della targa-ricordo, l’amministrazione comunale di Ripacandida decide di dedicare anche un Belvedere alla Famiglia dei Principi di Monaco.

Stavolta la piccola targa è scoperta da Alberto II e dal sindaco Sarcuno presso la ringhiera di un grazioso terrazzo pubblico che si apre sull’ormai famoso e ridente colle ai piedi del quale scorre e si intravede pacifica una fiumara (detta l’Arcidiaconata) sede di alcuni resti di un acquedotto romano.

Contraltare e pennacchio svettante dal colle grazioso, più o meno alle spalle di questo piccolo belvedere da bomboniera, fa capolino per i presenti la Chiesa Matrice, detta anche Chiesa di Santa Maria del Sepolcro, cui – come fiore all’occhiello – risponde come ad un eterno saluto, proprio al cantone opposto dell’abitato, la Chiesa Cattedrale di San Donato, un vero e proprio scrigno al centro della candida bomboniera.

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Interni della chiesa di San Donato (Foto Instagram: Ripacandida Terra mia)

Quest’ultima costruzione, la più antica tra i numerosi edifici sacri di Ripacandida, caratterizzata da una struttura architettonica romanica, dal portale del sec. XVII, con navata unica, pareti dalle volte a sesto acuto, affrescata con un complesso e prezioso ciclo pittorico che rappresenta la Bibbia a partire dalla Resurrezione, noto come la «Bibbia di Ripacandida» è stata osservata con attento stupore dal Principe.

Annesso al Santuario è il “Giardino Storico San Francesco” dove si ammirano un monumentale pino d’Aleppo, di più di 500 anni (il più alto e vecchio d’Europa) e alcune sequoie dall’enorme valore storico e botanico: è proprio in questo giardino che il pranzo, diretto dalla Scuola Alberghiera di Melfi (Pz), è stato gustato dall’illustre ospite e dalle autorità presenti.

Ripacandida, cittadina di origine del mio ramo parentale materno, borgo del sorriso e dell’accoglienza, ha sorriso oggi pienamente al Principe Alberto II di Monaco che ha ricambiato apertamente questo lungo sorriso e che ora aspetta la stessa delegazione comunale ripacandidese proprio nel Principato di Monaco il prossimo anno, per continuare l’appena iniziato discorso di interconnessione e di conoscenza, di amabilità, di radici e di futuro.

“A volte non si ha bisogno di iniziative eclatanti”, ha concluso il principe Alberto a margine dell’evento “ma di umili però intensi eventi come questi per far sì che qualcosa pian piano nasca e si sviluppi”.

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Partire da Ripacandida per favorire un turismo nei piccoli borghi italiani

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Chiesa di San Donato (Foto Instagram: Giandomenico Annunziata)

Non si è trattato dunque solo della celebrazione di una giornata isolata da poter incorniciare, o di un evento celebrativo nato e destinato a morire nel giro di un paio di giorni e nemmeno qualcosa di inutilmente snobistico.

Si è trattato invece di una bella semina, di un evento sicuramente foriero di futuri altri eventi, una giornata che per mezzo di un operato destinato a continuare, potrebbe creare i presupposti per un lungo discorso di qualità sulla cultura storico-paesaggistica della cittadina per un turismo atto a favorire lo sviluppo di uno tra le migliaia dei piccoli borghi con cui si identifica la migliore e più peculiare identità italiana.

L’Italia dei piccoli borghi è oggi l’Italia che lavora di più: è quella che più fa e più costruisce eventi ed iniziative, nonostante barriere ed ostacoli immensi, nonostante le solite critiche sociopolitiche, nonostante tutto. Gli abitanti dei nostri borghi sono i guardiani dei sorrisi e dell’accoglienza più nascosta, i guardiani di quella tradizione etica capace – con le genuine e schiette buone maniere di una volta – di destare perfino l’amabilità e lo stupore di principi e presidenti.

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Una passeggiata a Ripacandida farà capire ai visitatori che in Basilicata esiste ancora saldo (benché minacciato dall’avanzamento della cultura divoratrice di un progresso non equamente distribuito) un regno chiamato “incontaminata serenità”.

Foto in evidenza: Instagram Giandomenico Annunziata (@ripacandida)

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