Accade oggi. La nostra Nazione ricorda la tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove persero la vita 262 minatori (di cui 136 italiani) durante l’incendio nella miniera di carbone Bois du Cazier: era il 1956. All’incidente sopravvissero solo 13 minatori, di cui 4 italiani.
L’incendio fu provocato dallo scoppio di una scintilla che innescò la combustione di olio ad alta pressione: il fumo si propagò velocemente dal condotto di entrata in tutto l’impianto sotterraneo, provocando la morte per asfissia di oltre duecento persone: è la terza grande tragedia per numero di vittime italiane all’estero, dopo i disastri avvenuti nelle miniere di Monongah (Virginia, Usa, 1907, 171 italiani) e di Dawson (New Messico, Usa, 1913, 146 italiani ).
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I fatti ad oggi riportati si devono al “Rapport d’Enquête” che vide inizialmente coinvolti nelle responsabilità Bochkolzt (direttore della Centrale di soccorso), Dassargues (ingegnere all’«Administration des Mines») e Jacquemyn (direttore generale della miniera): il primo mai imputato, gli altri due successivamente prosciolti.
La tragedia di Marcinelle: il sacrificio degli italiani all’estero
A 66 anni dalla tragedia, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda commosso il lavoro dei tanti italiani che ancora oggi emigrano all’estero: dal 2001, infatti, l’08 agosto è la Giornata Nazionale del Sacrificio italiano nel Mondo, per ricordare il lavoro che i nostri connazionali svolgono quotidianamente nel mondo.
Rivolgo un commosso pensiero ai minatori che l’8 agosto 1956 perirono a Marcinelle nel ricordo di quanto accaduto al Bois du Cazier, possa essere onorata la memoria di tutti gli italiani caduti sul lavoro all’estero
Prosegue poi:
L’emigrazione dei nostri connazionali e il sacrificio che questa ha comportato hanno segnato l’identità dell’Italia e anche lo stesso processo d’integrazione europea. Le dolorose esperienze dei lavoratori migranti, maturate nei decenni precedenti il Trattato di Maastricht, hanno sollecitato la promozione dei diritti dei lavoratori al livello europeo, contribuendo alla creazione di un’Europa coesa, solidale, fondata anche su un pilastro sociale
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L’anniversario della tragedia di Marcinelle deve continuare a gettare una luce su uno dei problemi sociali del nostro Paese: quello del riconoscimento e della conseguente tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, fra i quali quello alla sicurezza sul lavoro. Riportiamo sinteticamente alcune espressioni tratte dall’intervento di monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes
Questo sacrificio, questo lavoro dei nostri emigranti continua anche oggi, con molti giovani e famiglie costretti a lavorare all’estero. L’unica Italia che cresce – come ha ricordato l’ultimo Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes – è l’Italia all’estero. Anche oggi non sempre il lavoro italiano nel mondo, come quello degli immigrati in Italia, viene riconosciuto nei diritti fondamentali: precarietà, lavoro nero, sfruttamento avvengono anche in altri Paesi nei confronti dei nostri lavoratori. C’è un legame che il nostro Paese non può dimenticare e che deve crescere nell’attenzione alla tutela dei diritti civili e sociali, nelle pari opportunità. Anche l’Italia nel mondo è fondata sul lavoro, e i lavoratori all’estero non possono essere dimenticati, anche dalla Chiesa, che cammina con loro
Foto di copertina: Mario Agrillo (Da Wikipedia)
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