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Patrick Zaki resta in carcere in Egitto: rinnovata la detenzione

Patrick Zaki

Rinnovata la detenzione per Patrick Zaki, deve continuare a restare in carcere. Il tribunale egiziano ha disposto il rinnovo della detenzione per altri 45 giorni: continua l’incubo per lo studente egiziano

Comincia una nuova fase della carcerazione preventiva per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna, accusato di propaganda sovversiva su Facebook e di rovesciamento del regime al potere, reato che in Egitto è punito con la pena dell’ergastolo. Zaki, che frequenta un Master a Bologna sugli studi di genere, avrebbe, secondo il governo egiziano, incitato a valori contrari alla Costituzione egiziana e cercato di screditare il governo tramite i social. Il 12 luglio si era svolta un’udienza in cui, per la prima volta, avevano potuto partecipare i suoi legali di Bologna che ne chiedevano la scarcerazione. Zaki è in carcere da 160 giorni, ormai, detenuto nella sezione della prigione di Tora, a Il Cairo, in cui sono reclusi gli oppositori del regime di Abdel al- Sisi, Presidente della Repubblica d’Egitto. Nemmeno a seguito dell’emergenza Covid i giudici egiziani hanno pensato ad una scarcerazione del ragazzo, nonostante sia un ragazzo asmatico. Soltanto alcuni giorni fa, per la prima volta, si erano avute informazioni sulle condizioni di salute di Zaki, tramite la diffusione di una lettera in cui il giovane stesso dichiarava di stare bene.

Patrick Zaki: la denuncia di Amnesty International

Il ragazzo egiziano si trova nelle carceri de Il Cairo per un reato d’opinione: la sua colpa, per il regime egiziano, è stata quella di fare propaganda sovversiva su Facebook. Amnesty International denuncia il mancato rispetto dei diritti umani da parte dell’Egitto. Zaki, infatti, senza lo svolgimento di alcun processo, è in carcere da febbraio. Amnesty International e altre organizzazioni sui diritti umani denunciano da tempo le condizioni inumane in cui sono tenuti i prigionieri in Egitto e i trattamenti subiti da Zaki. Il ragazzo, infatti, dopo un interrogatorio di 17 ore, avrebbe subito torture con scariche elettriche. Amnesty International aveva sperato che l’udienza del 12 luglio sulla possibile scarcerazione di Zaki avrebbe portato ad un esito diverso. Il portavoce italiano di Amnesty ha definito “choccante e inumana” la decisione sul rinnovo della detenzione di Zaki.

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