Woodstock, 51 anni dall’epico (e disastroso) festival

Festival Woodstock Pubblico 15 Agosto 1969

Il 15 Agosto 1969 a Bethel, New York, iniziarono quelli che verranno ricordati come i tre giorni di “Peace & Rock Music”. Il festival musicale Woodstock passò alla storia, anche se non tutto andò come previsto

John Roberts, Joel Rosenman, l’organizzatore del Miami Music Festival del ’68, Michael Lang e l’allora vicepresidente della casa discografica Capitol Records, Artie Kornfeld. Questi i quattro giovani uomini che diedero vita a uno dei festival più famosi nella storia della musica. Dopo aver convinto -con un assegno da 75mila dollari- il fattore Max Yasgur a rendere disponibile il suo terreno, Woodstock riuscì a trovare la sua collocazione a Bethel, New York. Un festival che venne visto come un’occasione per immergersi totalmente nella musica e distanziarsi dalle problematiche del tempo come la guerra del Vietnam e la lotta per i diritti civili. Tre giorni per staccarsi dal mondo. Il numero di persone attese si aggirava sulle 50mila. Si arrivò a sfiorare il mezzo milione di partecipanti.

Organizzazione pessima: Woodstock diventa un festival gratuito

Festival Woodstock
Festival Woodstock (foto dal web)

Se si potesse prevedere, e prevenire, l’avvento di massa è impossibile saperlo. È indubbio che gli organizzatori non fossero minimamente preparati, tanto che il controllo e la vendita dei biglietti divenne così ingestibile da costringere il produttore del festival John Morris a salire sul palco e annunciare: “D’ora in poi, sarà un concerto gratuito“. Poca sicurezza, gestione dei servizi inesistente. Furono tre giorni all’insegna della sporcizia, droga, alcol e un costante pericolo di un “elettrocuzione di massa” come la definì il capo elettricista. Gli impianti erano così improvvisati e inadatti che il pericolo esisteva davvero, anche a causa della pioggia. Ci furono due morti, uno per overdose e uno causato da un incidente. Un trattore schiacciò accidentalmente un giovane ragazzo. L’audio dei concerti fu per la maggior parte pessimo e numerosi artisti non si presentarono a causa dell’impossibilità di raggiungere il luogo per le code chilometriche che circondavano la zona. Eppure, nonostante tutto, non è questo che le persone ricordano di questo festival.
A distanza di 51 anni quando si parla di Woodstock si parla di musica, degli artisti che sono saliti su quel palco. Dell’atmosfera da “peace&love“. La voglia di libertà e la percezione di poter cambiare il mondo, forse anche, soprattutto, attraverso la musica.

L’epica esibizione di Jimi Hendrix che entrò nella storia

Tra gli artisti che riuscirono a esibirsi sul palco ci furono Carlos Santana, Janis Joplin, gli Who, Johnny Winter, Crosby e molti altri. Ma senza alcun dubbio fu lui il protagonista, Jimi Hendrix, al quale venne affidato il compito di chiudere il festival che a causa dei ritardi e dei disagi si concluse la mattina del 18 Agosto. La sua esibizione passò alla storia: con la sua inseparabile chitarra elettrica suonò l’inno americano, inserendo i suoni delle bombe e degli spari. Un chiaro riferimento a tutto quello che stava accadendo in Vietman in quel momento.

Festival Woodstock Jimi Hendrix
Festival Woodstock Jimi Hendrix (foto dal web)

Il fattore Max Yasgur, che ospitò il festival dichiarò come mezzo milioni di persone -di giovani, precisò- riuscì a dimostrare qualcosa al mondo: godersi tre giorni di musica, divertimento e nient’altro. Un festival che costò ben 4 milioni di dollari agli organizzatori ma che, nonostante il completo disastro organizzativo, ha lasciato per sempre un segno nella storia della musica.

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