Dopo due rinvii a causa delle restrizioni in atto per contenere l’emergenza pandemica Covid-19, finalmente sabato 11 giugno è andato in scena il concerto benefico “Una. Nessuna. Centomila” contro la violenza di genere.
Sette donne, sette artiste di fama internazionale – Laura Pausini, Emma Marrone, Gianna Nannini, Elisa, Giorgia, Alessandra Amoroso, Fiorella Mannoia – si sono riunite sul palco dell’Arena di Campovolo (RE), affiancate da altrettanto notevoli artisti (Caparezza, Coez, Diodato, i Sottotono, Brunori Sas, Eros Ramazzotti, Tommaso Paradiso) a sostegno delle donne vittime della violenza di genere, di femminicidi ma non solo.
Solo dall’inizio dell’anno, sono stati 20 gli omicidi di genere commessi, per spostarci, con i numeri, ai 118 dell’anno precedente. Ma in cosa consiste la violenza di genere e perché è così importante parlarne? Dati alla mano, proviamo a spiegarlo in parole semplici in questo articolo.
Violenza di genere: i numeri
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Dalla pagina ISTAT si leggono numeri a dir poco inquietanti circa la situazione femminicidi in Italia:
Delle 116 donne uccise nel 2020, il 92,2% è stata uccisa da una persona conosciuta. Per oltre la metà dei casi le donne sono state uccise dal partner attuale, in particolare il 51,7% dei casi, corrispondente a 60 donne, il 6,0%, dal partner precedente, pari a 7 donne, nel 25,9% dei casi (30 donne) da un familiare (inclusi i figli e i genitori) e nel 8,6% dei casi da un’altra persona che conosceva (amici, colleghi, ecc.) [Fonte: ISTAT]
Una tragica situazione che risulta pesantemente aggravata dalla crisi socio-economica generata dalla pandemia.
Di seguito, ancora una volta dalla pagina ISTAT, riprendiamo un’infografica sulle tipologie di violenza (in percentuale) subite dalle donne durante la pandemia, un aumento drastico reso complice dalle misure restrittive (confinamento domestico) attuate come forma di contenimento della stessa.
La violenza di genere, come visto, non ha a che fare solo con gli omicidi di genere (che ne rappresentano l’espressione ultima), ma è radicata in qualsivoglia forma di discriminazione che abbia per protagonista il genere femminile.
Ed è per questo che va riconosciuta ed arrestata già al suo stato embrionale, ovvero la declassazione di genere traducibile in forme di violenza verbale e psicologica.
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Il concerto: lo scontro con Langone
Nonostante la chiara intenzione benefica dell’evento, non sono mancate aspre critiche alle cantanti (e ai cantanti) coinvolti nell’iniziativa.
In particolare, la nota cantante Emma non si è risparmiata nello scagliarsi contro una firma conosciuta de “Il Foglio”, Camillo Langone, a seguito di un commento sprezzante dell’opinionista:
Sia riconsacrato il Campovolo di Reggio Emilia, profanato sabato dalle femministe in concerto (con femministi annessi, al guinzaglio). Il Campovolo, per chi lo ignorasse, è il tempio della differenza sessuale in musica, essendo il palcoscenico prediletto di Luciano Ligabue che ci ha appena organizzato uno dei suoi maxiconcerti
Dura la replica della cantante, della quale riportiamo direttamente il tweet
Con questo articolo non offendete 7 artiste.
Calpestate tutte le donne uccise per mano dell’ignoranza.
La stessa ignoranza che ha generato questo articolo vomitevole.
Mi vergogno per voi.https://t.co/xBsK12lRww— Emma Marrone (@MarroneEmma) June 14, 2022
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Il concertone dell’11 giugno ha chiuso cassa con 100.000 biglietti venduti per un incasso di oltre 228.000 euro da devolvere ai centri antiviolenza scelti dalle artiste.
Quella contro la violenza di genere è una battaglia ancora aperta, dove chi ne paga le conseguenze sono in primo luogo le vittime (giovani, troppo giovani nella maggioranza dei casi) e le famiglie: i genitori, che perdono quanto di più prezioso si ha al mondo e i figli, che restano segnati a vita da un lutto le cui ferite, anche se con il tempo si cicatrizzano, sono destinate a portarne i segni, le cicatrici per sempre.