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Berlino. Vandalizzato il monumento alla memoria delle vittime omosessuali del Terzo Reich

Un teppista a Berlino ha provato a dare fuoco al memoriale agli omosessuali perseguitati durante il Terzo Reich e lo ha imbrattato con versetti biblici. E non è la prima volta che succede
Berlino. Vandalizzato il monumento alla memoria delle vittime omosessuali del Terzo Reich

Berlino, quartiere Tiergarten. Un blocco di cemento con una finestra da cui si scorge un video che mostra due uomini che si baciano. Una targa commemorativa in lingua inglese e tedesca ricorda il perdurare delle persecuzioni degli omosessuali nella Berlino nazista.

Il monumento è stato vandalizzato da uno sconosciuto che ha lanciato contro di esso degli oggetti in fiamme e ha poi affisso dei cartelli contenenti i versi dell’Antico Testamento sulla pena di morte per gli uomini che hanno rapporti omosessuali. Una frase usata di frequente in modo assolutamente improprio contro gli omosessuali – sottolinea la Federazione gay e lesbica di Berlino.

Anche se le lesbiche non subirono le stesse persecuzioni degli omosessuali in epoca nazista, il movimento femminista ha preteso che nel video comparissero anche le donne. Fu così decisa l’alternanza biennale dei soggetti (lesbiche e gay) nelle scene del video del monumento.

Il monumento, sito nel cuore di Berlino, vicino al memoriale dell’Olocausto, è stato progettato dagli artisti Michael Elmgreen, danese e da Ingar Dragset, norvegese. Inaugurato nel maggio 2008, è un memoriale che fa riferimento al Triangolo rosa, il simbolo di stoffa discriminatorio affibbiato agli internati per omosessualità maschile nei campi di concentramento.

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La persecuzione nazista ai danni degli omosessuali durante il Terzo Reich

Berlino. Vandalizzato il monumento alla memoria delle vittime omosessuali del Terzo Reich
Triangolo rosa (Foto da Instagram @cad_lgbti)

Nel Terzo Reich, i nazisti diffusero l’idea che gli omosessuali fossero deboli ed effeminati, non adatti a combattere per la Germania.

Nel 1935, il Paragrafo 175 del codice penale venne modificato legalmente per giustificare la persecuzione dei gay, ampliando l’elenco degli atti considerati indecenti e criminali tra uomini.

Tra il 1937 e il 1939, la repressione si intensificò, con il compito di identificare e arrestare chiunque venisse sospettato di essere gay, fino a deportare i presunti omosessuali nei campi di concentramento.

Alcuni furono addirittura castrati, in quanto la castrazione era ritenuta una “cura” da alcuni funzionari. Non esistono dati precisi sul numero di omosessuali morti nei campi di concentramento ma questa persecuzione fu un tragico capitolo della storia.

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Le vittime dimenticate. Fino al 1985, anno in cui  il presidente von Weizsäcker menzionò i gay come categoria di vittime del nazismo, per giungere alla decisione, che arriverà solo nel 2003, di erigerne un memoriale. Dopo l’inaugurazione l’opera fu vandalizzata più volte.

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