Vaccino italiano anti-covid, Ippolito (Spallanzani): “Sei mesi per arrivare a regime”

vaccino italiano covid ippolito (foto dal web)

Iniziata la sperimentazione sull’uomo del vaccino anti-Covid italiano, ci vorranno adesso due mesi per le prime informazioni, e sei  “per arrivare a regime“: lo riferisce Giuseppe Ippolito, direttore scientifico di malattie infettive allo Spallanzani di Roma
Ospite della trasmissione su Rai 3 “Agorà”, Ippolito ha fornito alcune informazioni e commenti circa il vaccino “made in Italy” prodotto dall’azienda ReiThera, chiarendo che per avere un quadro lucido e completo della situazione bisognerà armarsi di pazienza ed aspettare i primi mesi dell’anno prossimo. Per completare la cosiddetta fase 1 della sperimentazione, sono previste 24 settimane.
Ippolito insiste sulla necessità di favorire la qualità a discapito di una pericolosa fretta, col rispetto dei controlli scrupolosi imposti dall’Italia riguardo le sperimentazioni mediche. A tal proposito afferma che “L’Italia con questo vaccino entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità. Perché avere un vaccino italiano significa non essere schiavi e servi di altri Paesi che diranno ‘io prima“. Al tempo stesso mette in guardia dal senso di disorientamento causato dalle continue oscillazioni della curva di contagio. Di fatto, al di là dei dati delle singole giornate – continua il direttore – il virus non se ne è mai andato e in alcuni paesi resta rilevante anche il numero dei morti. Per questo motivo critica anche l’oms che a suo giudizio dovrebbe essere più cauta nel suo annunciare notizie e previsioni.
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Test covid per il personale scolastico e polemiche su migranti positivi: le dichiarazioni di Ippolito

vaccino italiano covid ippolito (foto dal web)
Il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito (foto dal web)

Quanto ai test sierologici per il personale scolastico scattati il 24 agosto, Ippolito ritiene che, per quanto siano somministrati su base volontaria, sarebbe opportuno che tutti gli insegnanti e il personale ATA vi si sottopongano, dimostrando senso di responsabilità a fronte del grande investimento dello Stato. Sulle polemiche circa i migranti positivi invece: “Prima abbiamo detto che i migranti erano delinquenti e adesso diciamo che i migranti sono malati. Basta, i migranti sono migranti e noi abbiamo bisogno dei migranti”.
Per quanto riguarda i dati italiani sul contagio delle ultime 24 h, si registra un leggero calo (878 nuovi positivi, il giorno prima erano 953), dopo la febbrile settimana di curva in salita. Al contrario delle tendenze dei giorni scorsi, la diminuzione dei positivi si accompagna a un sensibile aumento dei tamponi, 26 mila in più del giorno precedente. Le nuove vittime sono 4 e i ricoveri 13.
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