In Sudan cade Sharia: più diritti per donne, gay e cristiani

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Dopo la dittatura tornano le libertà in Sudan

La legge islamica, introdotta nel 1983 dal leader dei Fratelli Musulmani sudanesi Hassan al Turabi durante regime militare di Jafar Nimeiry e mantenuta dal dittatore Omar Al-Bashir, verrà eliminata dagli articoli del codice penale del Sudan. È una vittoria per le tante donne che dal 2019, quando un golpe ha abbattuto il regime, avevano richiesto, scendendo nelle piazza di khartoum, i loro diritti cancellati.

Oggi le donne sudanesi non sono più soggette ai loro padri o mariti, viene ripristinata la possibilità di viaggiare senza l’autorizzazione del capofamiglia, non sarà più prevista la fustigazione per le donne che indossano vestiti non consoni, come i pantaloni, e le mutilazioni genitali femminili sono rese illegali. Ma la storica decisione è una buona notizia anche per gli uomini gay: la sodomia non sarà più punita con la pena di morte. Negli anni del regime centinaia di omosessuali sudanesi erano stati uccisi.

Lo stato di diritto prende il posto della Sharia

Abdallah Hamdok sharia Sudan
Il Primo Ministro Abdallah Hamdok (foto dal web)

Sui grandi passi avanti verso la parità di genere si è espresso il ministro della Giustizia Nasredeen Abdulbari, che ha affermato che sarà garantita l’uguaglianza dei cittadini “imprescindibile per una Nazione che deve basarsi sullo stato di diritto“. Abdulbari ha aggiunto che anche la libertà di culto sarà reintrodotta. Il reato di apostasia, fino ad oggi punito con la pena capitale, è stato eliminato.

Anche le minoranze non islamiche da oggi potranno professare la loro religione senza rischiare l’accusa di cercare di convincere i musulmani a rinunciare all’islam. Inoltre a quel 3% di sudanesi non islamici è stato dato il permesso di consumare bevande alcoliche in luoghi privati.

A sostenere e rendere possibile l’eliminazione della Sharia è stato il Primo Ministro, che ha anche annunciato la sostituzione dei 18 governatori militari. Al loro posto si insedieranno dei governatori civili, tra i quali due donne. In questi giorni si è aperto inoltre il processo ad Al-Bashir e ai vertici del vecchio regime, che rischiano ora la pena di morte per il genocidio in Darfur e per il colpo di stato del 1989. Dopo anni di isolamento il Sudan riprende i rapporti con la comunità internazionale.

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futuranews

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