Sospesi tre medici a Verona, responsabili del “batterio killer”

batterio Verona

La vicenda del Citrobacter che ha coinvolto l’Ospedale Donna e Bambino di Borgo Trento, a Verona, giunge ad un responso: sospesi tre medici 

La Direzione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona comunica che […] a partire dal giorno sabato 5 settembre 2020, vengono sospesi in via cautelare secondo condizioni cautelari tre medici“.  Con questa dichiarazione, l’Ospedale Donna e Bambino di Borgo Trento fa ricadere la responsabilità del Citrobacter su tre medici: la dottoressa Chiara Bovo, Direttore Sanitario, la dottoressa Giovanna Ghirlanda, Direttore Medico, e il dottor Paolo Biban, Direttore della Pediatria.
Il batterio ha causato la morte di 4 bambini e procurato danni cerebrali permanenti ad altri 9: è stato veicolato dal rubinetto di un lavandino della Terapia intensiva neonatale, attraverso cui si somministrava acqua ai piccoli.

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Batterio killer insediato nel rubinetto: una vicenda lunga due anni

Ospedale Donna e Bambino
Ospedale Donna e Bambino (foto ANSA.it)

A partire dal 2018, la Commissione ispettiva della Regione Veneto aveva iniziato ad investigare sul presunto batterio: 96, infatti, erano i casi riscontrati tra i pazienti. Per fare chiarezza sulla vicenda, Luca Zaia, governatore del Veneto, aveva avviato un’indagine guidata da un gruppo di esperti, capeggiati da Vincenzo Baldo, professore di Igiene e Medicina preventiva dell’Università di Padova. È emerso che il Citrobacter, proveniente dall’esterno, è stato veicolato dalla noncuranza nei confronti delle misure igieniche imposte nei reparti.
L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo plurimo, nonostante al momento non vi siano degli imputati; nella dichiarazione, l’Azienda Ospedaliera ammette la sottostima del problema.

Tra le proteste contro l’ospedale, spicca quella di Francesca Frezza, mamma di una dei bambini morti a causa del batterio: fu la prima a denunciare l’accaduto. “L’autorevole commissione d’indagine nominata dal governatore Zaia conferma tutto quello a cui ho sempre pensato in questo lungo anno“; e ancora: “L’unica scelta forte e doverosa che andava fatta era di chiudere tutto subito e non aspettare due anni“.
La chiusura del reparto, infatti, è avvenuta con netto ritardo il 12 giugno scorso.

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