Sì al referendum: Asor Rosa lo aveva definito un “NO” alla democrazia

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Il critico letterario Alberto Asor Rosa aveva definito il “Sì” al referendum un “NO” alla democrazia: ecco le sue ragioni

Circa un mese fa, il critico letterario Alberto Asor Rosa si era espresso in merito al referendum sul taglio dei parlamentari che si è svolto proprio in questi giorni. Palesemente dalla parte del “no“, lo storico aveva elencato alcune ragioni per le quali, secondo il suo parere, la vittoria del “sì” avrebbe rappresentato un affronto alla democrazia.
Ecco i motivi che, con lungimiranza, l’uomo portava a sostegno della sua tesi.

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Asor Rosa e l’opposizione al “sì”

Alberto Asor Rosa
Alberto Asor Rosa (foto dal web)

Come primo motivo, secondo il critico, a fronte di un Parlamento poco efficiente e funzionante, anziché diminuire il numero dei parlamentari sarebbe stato più utile intervenire sui meccanismi operativi delle due camere. Questo a sostegno del fatto che, con l’abbassamento della quantità, non per forza si sarebbe verificato un innalzamento della qualità.

Il secondo motivo per cui il “sì” si oppone alla democrazia, è il fatto che un referendum di tale portata – il quale, dunque, dovrebbe essere preso in esame con approfondita attenzione – è stato accostato ad elezioni comunali e regionali, come se tutto fosse già deciso. Perciò, secondo lo storico, il risultato era già chiaro in partenza, ed è per questo che i sostenitori del “no” non sono particolarmente emersi durante questo periodo.

Terzo ed ultimo motivo, meno evidente rispetto agli altri, riguarda il rapporto fra elettori ed eletti: avendo gli eletti, con la vittoria del “sì”, la funzione di rappresentare un maggior numero di elettori,  ne consegue che il potere da essi rivestito diverrebbe maggiore rispetto al passato. Il potere dei parlamentari si rivelerebbe dunque un potere di dominio, non di rappresentanza.

Ora che il “” è divenuto realtà, resta da vedere se le previsioni di Asor Rosa troveranno conferma nell’operato dei prossimi mesi.

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