È uscito nella settimana dell’anniversario della Strage di via d’Amelio “Letizia Battaglia – Shooting the Mafia”, documentario dedicato alla grande fotografa palermitana

Nonostante il titolo, “Shooting the Mafia” non è un mero racconto degli anni più violenti di Cosa Nostra, ma indugia con piacere nell’indagare la vita, la femminilità, gli amori e l’approccio al lavoro di Letizia Battaglia, fino al rapporto con la sua città. Un’artista acclamata a livello internazionale per le sue testimonianze dell’epoca delle stragi, nonché del tessuto sociale della sua terra, attraverso foto splendide quanto evocative. È la stessa fotografa a raccontare, tra una bevanda al bar e una visita al suo studio, di cosa significasse anche solo essere una ragazza nella Sicilia dell’immediato dopoguerra.
Scopriamo così una giovinezza fatta di molti corteggiatori, nel bel mezzo però di un contesto particolarmente conservatore e patriarcale: un vero limite per la sua dirompente energia, che la porta a una crisi di nervi. Poi, nel 1969, il lavoro a L’Ora, storico quotidiano di Palermo, principio della sua carriera nell’ambito del giornalismo. Inizialmente si limiterà a scrivere articoli, ma comprenderà piano piano che è nella fotografia che risiede la sua voce. Sorprende, oggi, sentire che una delle più grandi fotografe italiane ha cominciato a coltivare la sua arte poco prima dei 40 anni, un’informazione che passa quasi inosservata tra i suoi magnetici aneddoti. Ma già dai primi scatti nei quartieri popolari di Palermo, comunica con evidenza una grande forza espressiva.
Shooting the Mafia: un documentario appassionante su una donna combattiva

Poi arrivano la mafia, le stragi, la sofferenza per i “mille ammazzati all’anno”, e in seguito anche la politica che l’artista definisce “il periodo più brutto della mia vita”. Si traccia una vita piena amicizie celebri ma sentite, di trucchi imparati per esercitare al meglio la professione in contesti “scomodi”, dei grandi rimpianti delle foto non scattate e certamente di un’energia esplosiva. Una forza talmente contagiosa da far pensare a quanto sia stato particolarmente fortunato quel nome che si porta: ti trasmette un senso battagliero quando racconta le difficoltà di essere donna in un contesto di maschi. “Era una lotta di affermazione – si può ascoltare nel documentario – finché occupai con rispetto lo spazio dei fotografi”. Inoltre aggiunge Letizia nel rispetto del suo spirito di continua sperimentazione e scoperta della propria vita: “Io voglio vivere fino all’ultimo respiro, mi sento potente, è bello avere questa età: sono così forte che non temo neanche la fine”.
“Shooting The Mafia” è un documentario canonico ma appassionante, un po’ per l’inedito occhio inglese, che fa percepire come “nuove” vicende italiane che ben conosciamo, e poi molto per la sua sanguigna protagonista. Il periodo estivo e la faticosa ripresa post-virus hanno permesso solo una distribuzione limitata tra le sale italiane, ma il documentario è anche già disponibile per l’acquisto home video.