La Russia si consacra al presidente Vladimir Putin che adesso potrà governarla ininterrottamente per altri 16 anni dalle prossime elezioni presidenziali che si terranno nel 2024
Fatima (Portogallo) 13 luglio 1917. ‹‹ […] Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa […] Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace.››
Mosca (Russia) 02 luglio 2020. L’agenzia Interfax ha riportato la notizia della vittoria del ‘Sì’ al Referendum Costituzionale. La Commissione Elettorale Centrale ha annunciato che il 77,92% degli elettori russi si è espresso a favore della nuova Costituzione contro il 12,08% che si è espresso contro.
Alla fine, la Madonna a Fatima ha fatto un buco nell’acqua, poiché la Russia si è completamente consacrata al suo Presidente Vladimir Putin e non a lei.
Lasciando stare profezie, apparizioni mariane andiamo ad analizzare la nuova Russia ‘putiniana’ del XXI° Secolo.
La Russia si è consacrata al presidente Vladimir Putin
La nuova Costituzione della Federazione Russa contiene molti emendamenti controversi, alcuni di essi minano la Democrazia trasformando di fatto la Russia in una Dittatura.
Il primo segnale di questo cambiamento? L’eliminazione del vincolo dei mandati Presidenziali. A questo punto l’attuale Presidente Vladimir Putin potrà candidarsi alle prossime elezioni presidenziali (Le prime previste nel 2024) permettendogli di fatto, in caso di successo elettorale, di governare la Russia fino al 2036.
Il Presidente Vladimir Putin è alla guida della Russia dal 1999 quando fu nominato Primo Ministro dall’allora Presidente russo Boris Eltsin. E nel corso della sua carriera politica ha utilizzato lo scambio di cariche (Presidente e Primo Ministro) con il suo fidato Medved per aggirare la norma dei mandati e governare ininterrottamente fino al 2024.
La vittoria al Referendum costituzionale gli ha dato il via libera alla Presidenza a vita e senza utilizzare i soliti e vecchi giochetti politici.
Non solo, adesso la Russia ha ufficializzato l’Omofobia di Stato.
L’inizio nel giugno del 2013, quando la DUMA (Il Parlamento russo) approvò all’unanimità la Legge conto la propaganda LGBT+. Una legge bavaglio e di condanna nei confronti della Comunità LGBT+ che prevede il divieto di distribuzione di materiale a favore LGBT+ ai minori e che considera come atti criminali l’organizzazione dei Pride, la difesa dei gay, la propaganda di materiale a difesa LGBT+ e dell’uguaglianza tra omosessuali ed eterosessuali.
E adesso con il riconoscimento costituzionale del matrimonio inteso come unione tra uomo e donna, la Russia putiniana ha dichiarato incostituzionale il matrimonio tra persone dello stesso sesso rafforzando di fatto l’Omofobia di Stato.
Nulla è stato lasciato al caso dal Cremlino e dallo stesso Vladimir Putin pur di blindare la vittoria referendaria.
Agli elettori russi è stato impedito di esprimersi sui singoli emendamenti, facendogli votare l’intero pacchetto semplicemente barrando ‘Sì’ o ‘No’. Stratagemma utilizzato per evitare bocciature scomode di modifiche altrettanto scomode.
Non sono mancate le denunce di brogli e di pressioni da parte delle Holding e delle Amministrazioni pubbliche nei confronti dei loro dipendenti per votare ‘Sì’ al referendum, oltre, ai ‘premi’ offerti dal Comune di Mosca e da molti Governatori. Incentivi rivolti agli elettori per recarsi a votare (E votare per il ‘Sì’). Alcuni Governatori hanno messo addirittura in palio anche delle auto pur di incoraggiare i propri cittadini a recarsi alle urne.
Notizie, ovviamente, considerate ‘Fake News’ dal Cremlino.
Il Presidente della Russia Vladimir Putin è ufficialmente divenuto il Padre-Padrone dei Russi, cosa non riuscita neppure a suo tempo a Stalin.