Il ritorno del rock alternativo dei Maimale, la “band di confine”

maimale

Maimale è il nome della prima canzone del 2002 della band omonima.

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Nel 2002 a Imola è nata un’amicizia tra il cantante Michele D’Agostino e il chitarrista Michele Gaietta. Da una prima formazione dei Maimale, durata fino al 2003, con alcuni ragazzi di una zona diversa da quella della band attuale, si è poi creata nel 2004 la formazione attuale con i membri fondatori Michele D’Agostino e Michele Gaietta, a cui si sono aggiunti Simone Zambelli (chitarra) Riccardo Bertotti (batterista) e Luca Devecchi (basso) e poi successivamente si è aggregato il tastierista, Giuseppe. A luglio dell’anno scorso si sono riuniti e dovevano esibirsi live a partire da marzo ma a causa dell’emergenza del Covid 19 sono fermi, pur continuando a lavorare, scrivere e confrontarsi da casa. Sono rimasti fermi tutti dal 2010/2011, tranne Giuseppe che ha continuato a suonare in altri gruppi e Simone e Riccardo hanno proseguito con un’altra band. A luglio dell’anno scorso hanno deciso di ripartire dalla formazione originale con il vincolo di essere sempre gli stessi. All’inizio erano arrugginiti ma adesso sono pronti per i live.

In questo periodo di quarantena avete prodotto canzoni?

“Abbiamo messo su Youtube un brano, ‘Brutta giornata’ che ci sembrava consono per il momento attuale. L’obiettivo è che quando ricominceremo a suonare avremo già dei pezzi da fare in sala prove. Abbiamo fatto una riscrittura dei brani vecchi e scritto canzoni nuove”.

Avevate una certa notorietà all’epoca…

“Al Rolling Stones abbiamo suonato prima dei Baustelle con il locale pieno. Prima non c’erano i Social ma il passaparola. Se ci fossero stati avremmo organizzato qualcosa di più grande. La risposta è comunque stata positiva. La gente ci ascoltava e i pezzi giravano nella nostra zona. Abbiamo avuto un riscontro che ci ha spinto a riunirci nuovamente”. 

Quando eravate agli inizi, le radio della vostra zona trasmettevano le vostre canzoni?

“Sì, sicuramente Radio City Vercelli e anche Radio Vigevano ultimamente le ha passate. È girato più il primo album ‘La mia realtà’ che il secondo, “Plastica nascosta’ , perché facevamo molte date girando varie zone d’Italia anche del sud. Abbiamo prodotto due dischi ufficiali e una demo di due brani”.

A chi vi ispirate?

“Ci siamo conosciuti andando a concerti di rock alternativo italiano come i Subsonica, Bluvertigo, Marlene Kuntz, Baustelle. Ora non siamo più settorializzati su un solo tipo di influenza, il campo da gioco è sempre quello ma abbiamo una visione più ampia”. 

Chi di voi scrive le canzoni?

“Alcuni pezzi iniziali sono stati scritti da Michele D’Agostino e da me (Michele Gaietta -ndr-). Adesso invece, essendo una ripartenza, tutti contribuiamo a scrivere i nostri pezzi”.

Quali sono i prossimi progetti?

“Entro l’anno vogliamo provare a far uscire un album. Anche se nella forma si sta andando verso la pubblicazione delle singole canzoni. Faremo poi altri live”.

Che vuol dire il nome Maimale?

“Maimale è un marchio su tutta la nostra produzione e su quello che facciamo. È un modo per vedere le difficoltà e il lato B di un mondo che ci vuole troppo spesso spensierati, senza però cadere nella depressione. Siamo una band di confine, dai contorni né troppo chiari, né troppo scuri”. 

Qual è il sogno più grande dei Maimale?

“Speriamo di fare presto una bella data live che vorrebbe dire aver sconfitto tutta questa assurda emergenza sanitaria che stiamo vivendo da settimane”.

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