Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha espresso le sue perplessità sul controllo della febbre per gli studenti che da settembre rientreranno a scuola
Per il rientro a scuola in sicurezza il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha diffuso e firmato un protocollo con le linee guida da seguire nei singoli istituti a causa della pandemia da covid-19. In seguito alla diffusione del vademecum e ad alcune dichiarazioni del ministro, è scoppiata una polemica con i sindacati. “Resistenza strenua al rinnovamento”. Queste sono alcune delle parole che hanno suscitato la rabbia dei sindacati.
Le reazioni sono state tempestive. “Tentativo disperato e imbarazzante di attribuire le responsabilità sui problemi dell’apertura dell’anno scolastico al sindacato” ha commentato, tra gli altri, il segretario generale Cgil Scuola Francesco Sinopoli. Ma a suscitare ulteriori contestazioni è l’indicazione sul luogo dove effettuare la misurazione della febbre agli studenti.
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Rientro a scuola, controllo della febbre

In particolare, è oggetto di contrasto la decisione su dove effettuare il controllo della febbre per gli studenti che ritorneranno tra i banchi a settembre. Per Azzolina la “responsabilità è delle famiglie”. Di parere diverso è Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania. “Prevedere in vista della riapertura delle scuole il controllo della temperatura corporea all’interno degli stessi istituti, ritenendo irrealistica la previsione nazionale del monitoraggio effettuato a casa” è l’indirizzo del governatore. “Con l’unità di crisi e con i responsabili della pubblica istruzione stiamo verificando questa possibilità”.
De Luca ha annunciato di aver avviato un monitoraggio delle scuole della regione in quanto “un alunno con febbre potrebbe avere un effetto a catena difficilmente gestibile”. Ha poi aggiunto di aver avuto un colloquio con il commissario Arcuri. La discussione è stata incentrata sulla possibilità di effettuare, con le dotazioni necessarie, fino a diecimila tamponi al giorno.
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