Il reflusso gastroesofageo (Mrge) è tra le condizioni cliniche più diffuse, infatti due persone su tre ne sono colpite. I sintomi sono svariati e spesso molto fastidiosi perché comprendono bruciore di stomaco, singhiozzo, asma, dolore toracico, tosse secca, mal di gola, eruttazioni, difficoltà nella deglutizione e altri sintomi.
Ma a cosa è dovuto? In condizioni fisiologiche normali, il cardias, o sfintere esofageo inferiore, si chiude, bloccando la risalita dei succhi gastrici. Quando questa valvola non si chiude correttamente a causa di condizioni patologiche, come ad esempio l’ernia iatale, gli acidi gastrici risalgono dallo stomaco all’esofago causando, appunto, il reflusso gastroesofageo.
La cura farmacologica proposta dall’otorinolaringoiatra o dal gastroenterologo, agisce riducendo l’acido prodotto dallo stomaco, ma esiste anche una terapia alimentare correlata che può sicuramente influire positivamente. Sicuramente bisogna ridurre il consumo di cibi industriali, zuccheri e farine raffinate. Esistono, poi, determinati cibi che possono peggiorare la situazione, come ad esempio gli alimenti acidi.
Nemici per eccellenza sono, di conseguenza, gli agrumi, il pomodoro, gli spinaci ma anche cibi come cioccolato, cacao, caffè e tè. Attenzione anche a spezie come ad esempio la menta, ai cibi piccanti ed agli alimenti integrali o falsi integrali.
Questi, infatti, contengono fibra che potrebbe essere paragonata alla carta vetrata: grattano all’interno dello stomaco, causando un incremento della produzione di muco e quindi di reflusso gastroesofageo.
Ancora sarebbero da evitare i cibi fermentativi che possono appunto peggiorare la fermentazione intestinale e di conseguenza causare questa problematica. Quindi ad esempio sono sconsigliate le verdure crucifere come cavoli e broccoli, ma anche verza e porri, in quanto sono tutte sostanze che possono creare una disbiosi intestinale fermentativa e quindi causare reflusso.
Lo stato di obesità e sovrappeso peggiora il reflusso gastroesofageo

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Questa problematica peggiora soprattutto, in condizioni di stress e nei cambi di stagione. Inoltre, diversi studi clinici hanno dimostrato che esiste una correlazione con lo stato di obesità che non peggiora solo la sintomatologia ma rappresenta anche un fattore predisponente. Nella persona in sovrappeso o obesa, infatti, la pressione intraddominale schiaccia lo stomaco predisponendola a questa problematica.
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Risulta quindi scontato che bisogna cercare di adottare uno stile di vita sano evitando fumo di sigaretta ed alcol, cercando di raggiungere il proprio peso ideale, svolgere una regolare attività fisica lontano dai pasti, prediligere cibi sani.
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Occorre, poi, porre particolare attenzione alla masticazione, (non a caso si dice che la prima digestione avviene in bocca), fare piccoli ma frequenti pasti al giorno ed evitare di coricarsi dopo aver mangiato. Insomma, tante piccole attenzioni che possono fare la differenza.
Articolo a cura della dottoressa Alessandra Sabbatino – Biologa Nutrizionista