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Pillon contro il DDL Zan: “33 casi l’anno non meritano 4 milioni”

Il leghista Simone Pillon, intervendendo al Senato, ha attaccato duramente il fondo di 4 milioni di euro stanziato per le vittime di omotransfobia

simone pillon
Simone Pillon (foto dal web)

Nel corso di un suo intervento al Senato, il leghista Simone Pillon ha usato un emendamento al DL rilancio per attaccare il DDL Zan. Il senatore si è scagliato contro il fondo di 4 milioni stanziato per le vittime di omotransfobia definendolo in sostanza “una marchetta elettorale” del Governo. “Ho scritto all’OSCAD, l’organismo delle forze dell’ordine che verifica i casi di discriminazione, per chiedere quanti casi si sono registrati – ha dichiarato Pillon nel corso del suo intervento – mi hanno parlato di appena 33 casi“. Il senatore leghista ha quindi concluso che per ogni caso il Governo stanzierà 121 mila euro. Una somma che al contrario, ha provocatoriamente riferito nel suo intervento, non è stata presa in considerazione per aiutare le famiglie scese sotto la soglia di povertà. Pillon purtroppo ha omesso, o dimenticato, che il fondo servirà anche a finanziare centri dedicati all’assistenza e casa rifugio.

Simone Pillon: ” Il fondo di 4 milioni sono una marchetta elettorale”

Un intervento simile sembra in realtà solo il tentativo di puntare il dito verso il reato di omotransfobia, reo secondo il senatore, di sottrarre somme di denaro ad altre cause a suo avviso più meritevoli.  Va’ ricordato inoltre che, dati alla mano, le vittime di crimini d’odio non sono “appena” 33. Il report ufficiale rilasciato da Arcigay  parla infatti di numeri ben diversi. Sarebbero addirittura 138 gli episodi di omotrasfobia denunciati ai quali si sommano i tantissimi subiti in silenzio. Secondo il senatore leghista il fondo non ha altro scopo che premiare chi sta ideologicamente simpatico al governo. “Quei 4 milioni saranno usati non contro le discriminazioni ma ad alimentare quell’apparato che è una parte del vostro consenso elettorale – ha concluso Pillonin sostanza sono delle marchette elettorali“.
Dichiarazioni decisamente forti e anche inopportune forse se si considera che il senatore fa parte di un partito che, in 80 anni di comode rate, dovrà risarcire lo stato di 49 milioni di rimborsi elettorali spariti dalle casse leghiste. Fondi che sono stati concessi inoltre in base ai rendiconti contabili del 2008, 2009 e 2010 risultati poi irregolari.

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