Con l’arrivo dell’autunno si torna a parlare di rivalutazione delle pensioni, una misura molto importante quest’anno a causa degli aumenti sul costo della vita. Oltre alla cassa rivalutazione rifatta a gennaio per gli importi pensionistici all’inflazione, con il Decreto Aiuti Bis sono in arrivo alcune novità. Il governo ha previsto nuove misure di sostengo per i pensionati per contrastare l’impennata dell’inflazione e il rincaro delle bollette energetiche.
Pensioni, a chi aspettano gli aumenti
Gli interessati alla rivalutazione anticipata delle pensioni sono 16 milioni di cittadini, tutti coloro che lo percepiscono: trattamento pensionistico erogato da previdenza pubblica, gestione da lavoro autonomo; pensione diretta, indiretta, gli aumenti previsti daranno al massimo di 52,44 euro al mese per quanto riguarda l’anticipo del 2% sulla rivalutazione di gennaio 2023.
Aumento pensioni, come funziona

L’articolo 21 del Decreto Aiuti Bis prevede la rivalutazione del 0,2% (risultato della differenza tra l’1,7% di inflazione stimata e l’1,9% di quella effettiva) per tutti i pensionati a recupero dell’inflazione del 2021 con anticipo al 1° novembre 2022.
Per le mensilità di ottobre, novembre, dicembre e tredicesima la pensione sarà incrementata al 2% per chi percepisce un assegno massimo di 2.692 euro ovvero 35 mila euro l’anno.
Dal mese di gennaio 2023 scatterà la rivalutazione per tutte le pensioni, calcolata sui dati provvisori dell’inflazione 2022 che è in forte crescita.
Gli aumenti saranno calcolati cosi:
- Pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo: 100% dell’indice di rivalutazione + 2% più il conguaglio
- Pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo: cioè il 90% dell’indice
- Pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo: il 75% dell’indice
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Rivalutazione pensioni, come funziona
I trattamenti pensionistici erogati dall’INPS vengono sottoposti annualmente a una revisione degli importi in modo che risultino più adeguati al costo della vita. Questa revisione è detta perequazione ha l’obiettivo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni rispetto all’aumento del tasso di inflazione. Viene applicata a tutte le tipologie di trattamento pensionistico erogare dalla previdenza pubblica, indipendentemente dall’essere integrata al trattamento minimo.
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Solo la perequazione viene applicata nel mese di gennaio di ogni anno sulla base degli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat. Per l’anno in corso la percentuale di variazione della perequazione è pari al 1,7% dal 1 gennaio 2022.
La valutazione delle pensioni tuttavia non può superare un certo limite per evitare di rappresentare un costo eccessivo per lo Stato, per questo oltre una certa soglia viene applicata in maniera parziale.