Solo qualche giorno fa la vicenda di Torre Pelvice (TO) ha fatto scalpore, nonché il giro del web: il manifesto funebre che annunciava la morte di Adriano Canese, 76 anni, noto per il suo lavoro in alcune radio locali era stato brutalmente sfregiato da una scritta.
La causa? A darne l’annuncio era stato il compagno Corrado Brun, lo stesso che oggi risponde a quell’insulto con un video su TikTok. Un gesto “osceno“, “inqualificabile” ed “ignobile” lo ha descritto lo stesso Brun, che sottolinea come il decreto Cirinnà avesse permesso, nel 2016, di legalizzare civilmente l’unione con Canese.
@carloquaranta0♬ suono originale – Carlo Quaranta
“Non era un manifesto che annunciava una serata danzante. Era quello che si dice un diletto funebre“ ha commentato indignato Brun. “Quel gesto, quindi, non si è fermato nemmeno davanti alla morte“.

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Omofobia: quali passi avanti (o indietro)?

In merito alle leggi a tutela della comunità LGBTQIA+ Corrado Brun ha ricordato il decreto Cirinnà, che prende il nome dall’esponente del PD Monica Cirinnà, prima firmataria della legge 76/2016 sulle unioni civili per persone dello stesso sesso.
A novembre 2020, la Camera approva il ddl Zan, promosso dall’esponente del PD Alessandro Zan, il primo ddl votato a contrastare apertamente, con un inasprimento delle pene, i crimini e le discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili. I reati legati all’omofobia, se il disegno passasse definitivamente all’approvazione, verrebbero equiparati a quelli a quelli sanciti dall’articolo 604 bis del codice penale che contrasta il razzismo e l’odio su base religiosa.
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Eppure, l’ultimo episodio di violenza – questa volta puramente morale – ai danni di una coppia omosessuale, della quale uno dei membri è passato a miglior vita, dovrebbe far comprendere che il problema dell’odio razziale e di genere va ricercato alla radice.
La mancanza di empatia. E su questo bisognerà ancora lavorare.