Nei giorni precedenti Alessandro Zan ha depositato la legge contro l’omofobia, che si impone il dovere di tutelare ogni persona appartenente alla comunità LGBTQ+
Una legge simile era attesa in Italia da ormai 25 anni ma, fin dal suo esordio, è stata ostacolata dai soliti portatori di odio.
La prima associazione a parlare contro il DDL di Zan è stata la CEI, la Conferenza Episcopale Italiana, che ha dichiarato, tramite il suo sito : “un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione” (qui trovate tutta la dichiarazione). La Chiesa Cattolica Italiana usa, per la prima volta, il termine “liberticida“, ripreso anche da politici e in generale dalla parte di popolo del web omofobo.
Tra gli individui contrari a questa legge abbiamo Adinolfi, Gandolfini e il senatore Pillon. Tutti e tre credono fermamente che una legge contro l’omofobia limiti la libertà di espressione e di opinione.
Non è affatto così, anzi, cerca di salvare la vita e ridare la libertà a vittime innocenti che, senza alcuna colpa e senza alcun reato, risultano derisi, insultati, picchiati, uccisi solo perché appartenenti alla comunità LGBTQ+. Sono forse anche loro persone. Meritano anche loro una tutela e dei diritti.
Nasce anche la parola “eterofobia“, in maniera complementare a “liberticida“. Il termine eterofobia, usato molto spesso, per citare il maestro René Ferretti in “Boris”, “A cazzo di cane” , indica discriminazione verso gli eterosessuali. Non ho mai ricevuto una discriminazione in quanto eterosessuale, e nemmeno chi grida all'”eterofobia“
Eterofobia, deriverebbe dal greco Hetero, ovvero diverso, e phobos, paura, quindi paura del diverso, totalmente diverso dal concetto che, certi istigatori di odio, vorrebbero dare.
Per chi è contrario alla legge contro l’omofobia, concludo dicendo: Su Twitter ho avuto lo spiacere di leggere, un individuo che, ad una ragazza omosessuale, augurava uno “stupro correttivo” oppure il ragazzo a Pescara. Siete ancora convinti che non abbiamo bisogno di tutelare tutta la popolazione? Se lo pensate siete parte del problema.