Giustizia è stata fatta: la sentenza del 4 luglio 2022 ha condannato all’ergastolo i fratelli Marco e Gabriele Bianchi per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, all’epoca dei fatti di anni 21, pestato a sangue nella notte tra il 5 e il 6 settembre a Colleferro. La famiglia Bianchi è costretta al risarcimento di euro 200.000 per ciascuno dei genitori e 150.000 per la sorella.
La notte del 6 settembre 2020, il 21enne Willy Monteiro Duarte, originario di Capoverde ma residente a Paliano con la famiglia, venne pestato a sangue da quattro giovani originari di Artena – Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli – per essere intervenuto durante un’accesa discussione in difesa di un amico, Samuele Cenciarelli (23 anni).
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Il 6 ottobre 2020, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha insignito il giovane della Medaglia d’oro al valor militare per l’ “eccezionale slancio altruistico” e la “straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo” (dal discorso di riconoscimento al valor militare – 6 ottobre 2020).
La sentenza per il caso Willy Monteiro
Il 4 luglio 2022, la Corte d’Assise di Frosinone condanna all’ergastolo Marco e Gabriele Bianchi, ad anni 23 di carcere Francesco Belleggia e ad anni 21 Mario Pincarelli. Testimone chiave, presente in aula, Samuele Cenciarelli (25 anni), il giovane a cui Willy salvò la vita la notte del pestaggio mortale:
Non riesco a spiegare a parole con quello che provo nel vedere gli imputati dietro le sbarre. Non riesco a dimenticare. Certo devi andare avanti, ma fatichi a convivere con certe cose. Quella notte i quattro imputati li ho visti infierire. Sono colpevoli: meritano tutti l’ergastolo
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Applausi e commozione in aula, soddisfatta l’accusa rappresentata dagli avvocati Vincenzo Galassi e Domenico Marzi, mentre dalla difesa si alzano proteste. Le parole del legale della famiglia Bianchi, Massimiliano Pica:
È stato un processo mediatico. Va contro tutti i principi logici. Leggeremo le motivazioni e poi faremo appello. Siamo senza parole
Ma c’è di più. Le fonti riferiscono che i due fratelli sconteranno la loro pena separati: il maggiore, Gabriele, resterà a Rebibbia come volontario “aiuto scrivano” per la spesa, dove starebbe portando avanti un comportamento “corretto”; il secondo, Marco, sarà trasferito a breve in altra sede penitenziaria. Lo scorso venerdì, la stampa aveva ripreso l’ultimo, lungo abbraccio tra i due fratelli condannati all’ergastolo.
Al di là della sentenza, quello di Willy Monteiro si è costituito come un caso mediatico particolarmente rilevante che ha colpito l’intera comunità e che ha visto la stessa condannare all’unanimità il gesto, tanto per l’atto quanto per l’efferatezza in cui si è manifestato.
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Sembrerebbe un primo, tangibile segnale di cambiamento della giustizia italiana verso l’omicidio preterintenzionale (già previsto dall’ordinamento italiano all’art. 584 del c.p) con l’aggravante del crimine d’odio: “In fin dei conti cos’hanno fatto? Niente. Hanno solo ucciso un extracomunitario” avrebbe pronunciato la madre dei due condannati a seguito dell’accaduto.
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Resta ancora molto da fare alla giustizia in merito allo scioglimento dei nodi burocratici per i reati di pestaggio (art.581) e lesioni personali (art.582) ma la vicenda di Stefano Cucchi prima e di Willy Monteiro poi ha certamente gettato una nuova luce e un nuovo modo di porre misure più severe in merito affinché non si cataloghino più eventi come questi sotto la voce di “incidenti”.