Un evento che ha segnato un’epoca
Era l’8 dicembre 1980, quando John Lennon morì a New York. L’assassino era Mark David Chapman un fan squilibrato che gli sparò ben 5 colpi di pistola, inutili i tentativi di rianimare il cantante dei Beatles. Yoko Ono, la compagna di John Lennon era lì con lui quando vide l’amore della sua vita cadere a terra, gli ultimi istanti della sua vita. Lo scorso agosto in occasione del processo che vede come imputato lo stesso Chapman, avrebbe chiesto perdono a Yoko Ono per il suo gesto, confessando il motivo per il quale quasi 40 anni fa ha assassinato l’artista.
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Caso John Lennon, le scuse del suo assassino
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L’assassino rivolgendosi a Yoko Ono dichiara: «Sapevo che fosse sbagliato. L’ho fatto per la gloria. Una parola: gloria. Solo per questo. E lui era il più famoso di tutti, per questo era il primo della lista». «Penso sia il peggior crimine possibile fare quello che ho fatto ad un innocente». Ci penso di continuo», ha concluso.
Chapman aveva 25 anni quando decise di uccidere John Lennon a Manhattan, nel Palazzo Dakota di Central Park. Non negò mai il suo omicidio, anzi attese che arrivasse la Polizia per confessare di aver ucciso lui il cantante: «Sì, ho appena sparato a John Lennon». La pena che sta scontando dai 20 anni all’ergastolo viene eseguita in regime di protezione per paura che possa subire violenza dagli altri prigionieri. Nell’udienza di agosto i giudici hanno respinto l’ennesima richiesta della libertà vigilata. Chapman ha comunque colto l’occasione per scusarsi con Yoko Ono ed ha dichiarato l’assassino che è dispiaciuto per quanto accaduto e che non si sono giustificazioni, meriterebbe la pena di morte, queste le sue stesse parole.
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