La vicepreside chiede alle studentesse di non mettere la minigonna e limita la loro libertà per non far sentire tentati i professori
Fra le tante problematiche che è necessario risolvere nelle scuole in questi giorni, dopo la riapertura seguita al lockdown e con le norme sanitarie anti-covid da far rispettare, la vicepreside del Liceo Classico Socrate di Roma pensa che quella più urgente sia evitare che i professori maschi siano tentati di rivolgere degli sguardi lascivi nei confronti delle loro studentesse, spesso minorenni. La donna teme forse che, ora che gli studenti sono costretti a studiare senza banco per mantenere il distanziamento sociale mentre aspettano l’arrivo di quelli monoposto promessi dal Ministero, i suoi colleghi siano distratti o, peggio ancora, tentati dalle gambe non coperte studentesse. E il modo giusto per evitare queste presunte attenzioni, a suo avviso, è chiamare le singole studentesse giudicate da lei troppo scoperte e imporre loro i pantaloni, perché altrimenti ai professori “cade l’occhio“. Come se la colpa, in caso in cui il professore non sia attento nello svolgere il proprio lavoro o sia un pedofilo, fosse delle ragazzine.
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Tutte in minigonna contro il sessismo e la cultura dello stupro
E così il collettivo di studentesse “Ribalta femminista“, venuto a conoscenza dei fatti, ha organizzato una protesta chiedendo a tutte le ragazze di indossare per un giorno a scuola la minigonna. Le alunne affermano di non sentirsi protette dalla scuola. Difficile è infatti sentirsi al sicuro all’interno di un’istituzione che per prevenire le attenzioni indesiderate tenta di cambiare gli atteggiamenti delle ragazze che ne sarebbero eventualmente oggetto. L’episodio, analogo a quelli avvenuti in Francia in questi giorni, è la dimostrazione che dietro alle usanze non scritte che regolano l’abbigliamento delle donne in pubblico si nasconda la cultura dello stupro. Il preside Carlo Firmani, comunque, nega di sapere nulla riguardo i richiami fatti dalla vicepreside e afferma di non essersi nemmeno accorto della protesta in minigonna delle ragazze, poiché non è abituato a fare caso al vestiario degli studenti. Assicura che al Socrate non esiste nessun dress code se non quello dettato dal codice penale e dal “buon senso“.
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