Una OSS (Operatore Socio Sanitario) di una struttura privata per anziani di Napoli ci ha voluto raccontare la sua esperienza all’interno della stessa. Ha preferito mantenere l’anonimato e non fare il nome della casa albergo per anziani partenopea. Riportiamo la sua storia, auspicandoci che la situazione migliori.
“Nella casa albergo per anziani di Napoli dove lavoro insieme ad altri OSS la giornata lavorativa è molto lunga. I turni infatti sono di 12 ore ma il contratto di lavoro risulta essere part time. Sulla carta quindi risulta che dobbiamo lavorare soltanto 6 ore. Alla fine del mese lo stipendio che percepisco si attesta sugli 800 euro“.
“La mia esperienza – continua – è stata di 12 ore a giorni alterni. Altro personale comincia con un turno che ha inizio alle 8:00 per finire alle 20:00. Il giorno dopo si torna alle 20:00 per finire alle 8:00 . Ci sono due giorni di riposo e poi si riprende. In Italia sappiamo bene che un turno di lavoro dovrebbe essere di 8 ore”.
In più come afferma l’operatore socio sanitario di Napoli non esistono gli straordinari perché “i giorni festivi e le domeniche vengono pagati come giorni feriali”.
Le mansioni degli OSS in una struttura per anziani di Napoli
“In questa casa albergo per anziani partenopea un operatore socio sanitario deve svolgere mille mansioni come lavare i pavimenti, i bagni e occuparsi della lavanderia oltre che prendersi cura, naturalmente, dei pazienti“. Sarebbe infatti logico assumere figure esperte nei succitati lavori ma “per risparmiare i titolari non assumono personale adatto”, quindi di conseguenza “gli OSS si devono occupare di tutto. Anche la cuoca lavora moltissimo: dalle 9:00 alle 19:00, sei giorni su sette, per un compenso mensile che ammonta sempre a 800€”, spiega l’OSS di Napoli.
Ma non è finita qui perché, come ci racconta ancora l’operatore socio sanitario: “Esistono altre strutture che pagano ancora meno come, ad esempio, 700 o 500 euro“.
L’OSS ha inoltre sottolineato: “Mi è stato addirittura proposto un altro lavoro h24, in una struttura diversa, con guadagno di 500 euro al mese tutto a nero a giorni alterni. Stiamo superando ogni limite di umanità”, afferma con amarezza.
“Che assistenza puoi dare a questi ritmi di lavoro?”, si chiede l’operatore. “Sono tornata a casa con le macchie alle gambe e alle caviglie, la circolazione ne risente perché sto sempre in piedi. È un lavoro pesante e usurante. In queste strutture ci dovrebbe essere sempre un infermiere ma non c’è costantemente, la domenica, ad esempio, non viene. Gli OSS si sostituiscono agli infermieri in alcuni casi ma in realtà non si potrebbe fare. Purtroppo quando serve: ‘Chi fa le siringhe o le medicazioni?’ Non sono mansioni che gli OSS devono saper necessariamente fare ma, per forza di cose, imparano”.
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Lo stress a cui sono sottoposti gli OSS
L’intervistata ha poi posto una questione importante: “Leggiamo spesso che alcuni Operatori Socio Sanitari trattano male i pazienti. A questo punto mi chiedo: ‘È possibile che, anche se di base sei già una persona irascibile, lavorare a questi ritmi può portarti a un’esasperazione tale che conduce alla violenza?’ Si parla di violenza già quando si insiste affinché un paziente mangi o per fargli prendere un farmaco”.
Sappiamo che lo stress sul posto di lavoro può portare anche alla sindrome del burnout: “gli operatori socio sanitari che lavorano in determinate strutture a 800 euro al mese o meno per tante ore al giorno subiscono stress, avvilimento ed esaurimento mentale e fisico. Tutto questo può portare anche ad avere attacchi di panico e a sviluppare una forte depressione”, ha continuato l’OSS.
“Uno degli operatori socio sanitari di questa struttura di Napoli si è ribellato a questa situazione – racconta -, riuscendo a ottenere un orario di sei ore anziché dodici. Gli altri operatori però pensano che quest’ultimo stia rubando il lavoro e gli remano contro invece di ribellarsi come ha fatto lui e porsi invece a muso duro verso i proprietari di questa casa albergo per anziani“.
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“Se lavori in una struttura pubblica come un ospedale lo stipendio di un OSS è di circa 200€ in meno rispetto a quello di un infermiere quindi è uno stipendio dignitoso. Mentre in molte strutture private del Sud Italia la situazione attuale è questa che sto raccontando”. La domanda dunque sorge spontanea: “Si può dare un’adeguata assistenza a un paziente in queste condizioni?”.