Un uomo affetto da una malattia rara, chiede la possibilità di avere un fine vita dignitoso ma gli viene negato, sceglie così di smettere di curarsi e di alimentarsi in diretta su Facebook
Alain Cocq ha 57 anni e vive in Francia, è affetto da anni da un morbo che lo costringe a letto, molto raro e degenerativo, da ben 34 anni. La sua incurabile malattia non ha ancora neanche un nome poiché come lui ci sono stati solo altri 2 casi al mondo. Si trova inchiodato al letto con atroci dolori e impossibilitato a muoversi a causa della mancanza di circolazione in alcuni organi che gli provocano continue ischemie.
Alain è destinato alla morte e lo scorso mese aveva chiesto al presidente Macron una concessione straordinaria sulla legge vigente in Francia che regola il fine vita, la legge permette l’interruzione delle cure il cosiddetto “lasciar morire” ma non sempre consente la sedazione profonda e continuata. L’uomo ha quindi chiesto la possibilità di avere uno psicofarmaco che gli calmi i dolori durante l’interruzione delle cure nella sua lettera scrive “chiedo di morire in pace perché non ho più una vita dignitosa“.
La risposta di Emmanuel Macron però è stata quella di non poterlo aiutare, “non posso mettermi al di sopra delle leggi” ha affermato il presidente, negando di poter andare contro il quadro legislativo, la sedazione profonda infatti è permessa in Francia solo quando il paziente è stato giudicato ormai a “poche ore dalla morte” altrimenti viene considerato “aiuto attivo” al pari dell’eutanasia. Alain Cocq vuole compiere un ultimo gesto per cercare di scuotere le coscienze e permettere a tutti i malati terminali un fine vita sereno e con dignità, una battaglia preannunciata e che porterà avanti con un atto estremo, che sarà quello di interrompere l’alimentazione forzata, l’idratazione e le cure in diretta sulla sua pagina Facebook a partire da sabato 5 settembre. Macron gli ha risposto in un comunicato: “Con emozione rispetto questa decisione”.
L’agonia di Alain potrebbe durare giorni e l’uomo come tanti altri nelle stesse condizioni sarà costretto a morire di fame e di sete a causa di una legge che non permette l’uso dei barbiturici al fine di alleviare le sofferenze poiché considerati come “suicidio assistito“.
Alain Cocq è da sempre attivista per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento fine vita, quando ancora era sulla sedia a rotelle aveva fatto il giro in molti paesi europei arrivando anche alla sede dell’Onu di Ginevra nel 2008 per cercare di essere ascoltato e combattere per una legge che possa consentire la “cura estrema“, ma da qualche anno non può più muoversi ed è costretto nel suo letto portando avanti la sua battaglia tramite facebook.
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