Futura News

Matteo Messina Denaro: irrompe in tv l’arresto del mafioso latitante da 30 anni

Matteo Messina Denaro, latitante da 30 anni, è stato arrestato questa mattina presso la clinica privata "Maddalena" dove era in cura oncologica: si è costituito senza opporre resistenza ai Carabinieri del ROS
30° anniversario strage via D'Amelio programma completo celebrazioni Palermo

È solo di poche ore fa la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro, noto anche con l’appellativo di “U siccu“,  latitante dal 1993 e di cui si cercano le tracce da 30 anni.

Ne ha dato notizia l’Ansa  quest’oggi, sebbene la notizia del ritrovamento sia stata data per certa già tre giorni fa: il ricercato boss di mafia, tra le anime più potenti di Cosa Nostra, era ricoverato da oltre un anno alla clinica privata “Maddalena” di Palermo per sottoporsi al trattamento chemioterapeutico sotto lo pseudonimo di Andrea Bonafede.

Alla vista delle forze militari, il noto latitante si sarebbe consegnato senza opporre resistenza: l’intera area del distretto sanitario era stata infatti già preventivamente circondata dai Carabinieri  ROS e del GIS che, da tempo sulle sue tracce, ne hanno prontamente dichiarato l’arresto, appreso il nome originale con il quale il boss mafioso si sarebbe presentato.

Ti potrebbe interessare anche -> Videointervista a Pino Maniaci: “Torneremo a breve in onda con Telejato per continuare le nostre battaglie”

Immediata la reazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che – come si legge da un Tweet del Quirinale – ha telefonato al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per congratularsi.

Spopolano sui social i video della città in festa che abbraccia le forze armate dei Carabinieri che hanno portato alla cattura del boss.
Termina, dopo 30 anni, la latitanza di quello che, fino ad oggi, è stato il ricercato n.1 al mondo.

Matteo Messina Denaro: storia del latitante più ricercato al mondo

Matteo Messina Denaro arrestato dopo 30 anni di latitanza
Matteo Messina Denaro in una foto di repertorio (dall’identikit de “La Stampa”, 2007)

Matteo Messina Denaro, figlio di Francesco Messina Denaro, ha una lunga “carriera” nei militanti di Cosa Nostra. Considerato il “gioiello” del boss corleonese Totò Riina, Messina Denaro si è reso autore di stragi di innocenti, come quella di Antonella Bonomo – incinta di tre mesi – il cui cadavere fu seppellito, insieme a quello del figlio mai nato, nelle campagne di Castellammare del Golfo. O quella del piccolo Giuseppe di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido, per il cui omicidio Messina Denaro fu coinvolto nel mandato di rapimento, insieme agli altri tre:  Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e Giuseppe Graviano.

Del latitante più ricercato al mondo si persero le tracce dal 1993, quando il boss mafioso si recò in vacanza a Forte dei Marmi insieme ai fratelli Giuseppe e Filippo Graviano. Gli furono imputati i capi d’accusa: associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto.

Ti potrebbe interessare anche -> Intervista a Don Luigi Ciotti: “Il vero problema non sono i migranti ma le mafie e la corruzione”

Nel 2000, nell’aula-bunker del carcere di Trapani, si svolse il maxi-processo “Omega“, che vide tra i protagonisti, in qualità di testimoni oculari,  Antonio Patti, Salvatore Giacalone, Vincenzo Sinacori e Giuseppe Ferro, divenuti collaboratori di giustizia, che portò alla condanna in contumacia all’ergastolo del noto boss di Castelvetrano.

Siamo una realtà indipendente
che
non riceve nessun tipo
di finanziamento.
Aiutaci a realizzare il nostro sogno,
dona anche tu

Siamo una realtà indipendente che non riceve nessun tipo
di finanziamento.
Aiutaci a realizzare il nostro sogno,
dona anche tu

futuranews

Iscriviti alla nostra Newsletter:
per te tante sorprese!