Maria Paola Gaglione morta per relazione Lgbt, il fratello: “Volevo solo farla ragionare”

maria paola gaglione morta

Omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi: questa è l’accusa per la morte di Maria Paola Gaglione. Il fratello si difende: “Volevo solo farla ragionare”

Resta in carcere Michele Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola Gaglione, morta in circostanze tragiche. Il gip di Nola, Fortuna Basile, ha convalidato il fermo dei pm dopo l’udienza preliminare. Il ragazzo è stato accusato di aver speronato lo scooter su cui la sorella si trovava insieme a Ciro Migliore, giovane trans con cui aveva una relazione da tre anni. Da quanto emerso il trentenne del Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, non accettava la relazione tra Maria Paola e Ciro. Così, dopo averli visti venerdì sera sulla moto, ha deciso di inseguirli fino al tragico epilogo della corsa. Li ha speronati e la sorella cadendo ha battuto la testa ed è morta.

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Maria Paola Gaglione morta, la difesa del fratello e le dichiarazioni di Ciro

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Ciro e Maria Paola (Foto dal web)

I parenti della ragazza difendono Michele Gaglione. La loro tesi è che lui non volesse ucciderla, ma solo tentare di farla ragionare. Lo ha riferito anche il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello: “La famiglia non crede che volesse davvero uccidere la sorella, anzi. Mi hanno spiegato che non ha speronato la moto, ma stava inseguendo il motorino con Paola e Ciro perché voleva convincere la sorella a tornare a casa”. L’udienza preliminare stamane è durata 2 ore. Michele si è difeso (assistito dall’avvocato Domenico Paolella) asserendo che non voleva fare del male a Maria Paola. Ciò che è accaduto sarebbe stato un incidente fortuito. Inoltre l’avvocato ha aggiunto altri dettagli: “La famiglia aveva perso le tracce di Maria Paola da qualche settimana. Ha fatto le valigie e se n’è andata. Quando Antonio l’ha vista in sella allo scooter, l’ha inseguita con la sua moto, ma per chiederle di tornare a casa, per parlarle, per farla ragionare. Era andata via senza spiegazioni e tutta la famiglia era disperata”.

Ciro Migliore, rimasto ferito nell’incidente, invece contesta questa versione. “Non è vero che è stato un incidente. Mi è corso dietro, mi voleva per forza ammazzare. L’abbiamo incontrato per caso, me lo sono trovato dietro”. Ha poi aggiunto che già qualche giorno prima aveva ricevuto minacce. “Michele è venuto sotto casa mia e mi voleva tagliare la testa, c’era anche mia madre, può confermarlo”.

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