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Lush contro l’omotransfobia: “Io non posso entrare”

Cartello fuori dal negozio Lush

Attraverso un cartello che vieta a chiunque abbia sintomi di covid-19, omofobia o transfobia di entrare in negozio, il punto vendita di Lush ubicato ad Edimburgo ha deciso di prendere una posizione chiara e forte

In un periodo così delicato in cui identità di genere e orientamento sessuale vengono spesso messi in dubbio, essendo oggetto di giudizi e veri e propri “moventi” che generano episodi di violenza, il mondo è sempre più diviso in “fazioni”. Questa volta è toccato alla catena di cosmetici Lush che, dopo un episodio di omotransfobia che ha coinvolto uno dei punti vendita di Edimburgo, ha deciso di mandare un segnale forte, che ha generato non poche critiche.

L’episodio di omotransfobia nel punto vendita

Cartello esposto nel punto vendita Lush
Cartello esposto nel punto vendita Lush (foto dal web)

L’episodio scatenante risale a qualche giorno fa, dopo un raduno di un piccolo gruppo che ha attaccato un adesivo transfobico sulla vetrina del punto vendita del negozio di cosmetici. La risposta non ha tardato ad arrivare ed è stata degna dello stile di Lush, da sempre in prima linea contro il razzismo in ogni sua forma. Lush ha esposto in vetrina il cartello che dice: “Per favore, non entrare nel nostro negozio con segni di Covid-19, razzismo, omofobia, sessismo o transfobia”. 
Una risposta a dir poco esemplare, spiegata ed approfondita anche sulla pagina Facebook dallo staff di Lush. “Chiunque sia passato dal nostro negozio questa mattina potrebbe aver visto che la nostra vetrina era stata presa di mira da un gruppo transfobico. Per questo motivo abbiamo una nuova grafica in finestra”, spiegano in un post oggi cancellato.

Azione criticata da molti, che lanciano l’hashtag #BoycottLush

Scritta Boycotto Lush
Scritta Boycott Lush (foto dal web)

Strano ma vero, l’azione in difesa dei diritti non è stata gradita da tutti. Sono infatti sorti gruppi contrari che hanno iniziato a diffondere l’hashtag #BoycottLush, al fine di schierarsi apertamente contro la presa di posizione dell’azienda. Su Twitter, invece, un ente di beneficenza LGBT+ ha mostrato tutto il suo appoggio, complimentandosi con Lush per il gesto audace. Successivamente a critiche e commenti poco lusinghieri, la pagina del punto vendita di Edimburgo ha deciso di ritirare l’insegna.

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