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Lgbt free zones bocciate da due tribunali polacchi

Lgbt free zones bocciate da due tribunali polacchi. I giudici si sono pronunciati contro l’istituzione da parte dei comuni di Klwów e di Istebna delle famigerate zone libere da persone Lgbt

Si tratta di due sentenze che potrebbero bloccare la creazione di altre Lgbt free zones in territorio polacco. I tribunali si sono espressi dopo le denunce presentate da Adam Boduar (Commissario polacco per i Diritti Umani) nei confronti di tutti quei comuni che hanno istituito queste particolari zone.

Lgbt free zones bocciate dai giudici polacchi

Manifestanti polacchi per il Presidente Duda
Manifestanti polacchi a sostegno del Presidente Duda (Foto dal web)

Comunque le amministrazioni comunali avranno 30 giorni di tempo per presentare ricorso contro la decisione del tribunale nella speranza di ribaltarne la sentenza. In altri comuni però le istanze presentate sono state rigettate dai giudici come ad esempio a Cracovia e a Kielce.
Due vittorie importanti nella Polonia sempre più razzista e omofoba che con la rielezione alla carica di presidente polacca di Andrzej Duda hanno ripreso vigore.

Lgbt free zones: Cosa sono?

In Polonia dall’aprile 2009 più di 100 istituzioni tra cui comuni e regioni si sono impegnate a votare a favore di una serie di documenti denominati ‘Carte per i Diritti della Famiglia’ in cui si promuove la struttura della famiglia ‘tradizionale’ ovvero quella composta da uomo, donna e figli. Escludendo di fatto le minoranze LGBT+. A livello legale, queste ‘carte’ non hanno nessun valore se non simbolico ma al tempo stesso hanno la forza di escludere dall’intera struttura sociale le persone LGBT+.

Infatti, queste ‘carte’ proibiscono l’organizzazione di eventi a tematica LGBT+ come ad esempio i Pride cittadini oppure vietano il finanziamento a determinate associazioni considerate troppo vicine all’ideologia LGBT+.

Lgbt free zones ‘invenzioni’ della propaganda gay

Manifestanti LGBT+
Manifestanti LGBT+ (Foto dal web)

Però per alcuni rappresentati dell’Associazione ‘Genitori che proteggono i Bambini’ di Cracovia, Magdalena Czarnik spiega che queste zone non esistono e che sono state inventate dalla propaganda LGBT+. Inoltre, ha affermato che loro non sono contro i gayma vogliamo proteggere i nostri figli dall’introduzione di un tipo di educazione che possa insegnare loro orientamenti differenti promossi dagli Lgbt”.
Più diretto e radicale Mateusz Marzoch, portavoce del gruppo ultranazionalista All Polish Youth che paragona i gay che desiderano crearsi una famiglia magari con dei figli ai pedofili. Infatti ha dichiarato che “Il loro amore è solo fisico, ecco perché vogliono i bambini, perché vogliono abusarne. Non vogliamo arrestarli, ma semplicemente che si nascondano”.

Il Presidente Andrzej Duda e l’omofobia di Stato

L’attuale presidente polacco Duda con la sua rielezione (anche se di stretta misura) ha ottenuto il chiaro mandato di attuare la sua politica omofoba. Omofobia che non ha mai nascosto trasformandola nella sua bandiera politica.
Durante la campagna elettorale appena trascorsa il Presidente polacco Duda non ha risparmiato attacchi nei confronti dei cittadini LGBT+, arrivando a paragonare il movimento LGBT+ all’ideologia comunista. Inoltre vieterà la possibilità di adottare per le coppie dello stesso sesso che dovranno essere ‘bloccate’. In parole povere attuerà l’omofobia di Stato.

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