Caro Diego,
come stai? Sei giunto a destinazione? Sai, ancora non ci credo che non sei più tra di noi.
Non ci credo perché lo vedo ancora negli occhi della gente che sei vivo. Lo vedo nei panni stesi al sole, lo stesso sole che illumina Napoli e l’Argentina in due momenti diversi.
L’ho visto ieri al San Paolo, stadio che a breve si chiamerà come te. Guardavo la gente e pensavo “ma davvero non ci sei più?”.
Ognuno di noi sentirà la tua mancanza ma tu sei ancora vivo in milioni di persone.
Sei il compagno di squadra che tutti vorrebbero avere, il numero 10 che gli “scugnizzi” sognano di essere. Sei l’uomo che non si può separare dal calciatore perché è proprio quell’unicum che ti rende Grande. Non si può pronunciare la parola calcio senza affiancarla al tuo nome. Hai avuto le tue debolezze, ma in fondo, chi non ne ha? E proprio perché eri così umano che è stato bello “averti”.
Napoli e il Napoli hanno vinto tanto con te. Ci hai tolto gli “schiaffi dalla faccia”. Una squadra del Sud che va al Nord e vince non era da tutti in quegli anni. I gol, le finte, i dribbling, e poi due scudetti, sudati e meritati. Abbiamo vinto Diego, hai vinto.
Dopo il tuo arrivo in città, i genitori dei bambini appena nati andavano a registrare all’anagrafe i loro piccoli con il tuo nome: dall’85 in poi è stato un susseguirsi di Diego e Diego Armando.
Tu hai reso i sogni possibili. Eri un Dio tra la gente, eri umano.
Hai voluto risolvere sempre da solo i tuoi problemi e, se hai sbagliato, poi ci hai messo la faccia. Per questo c’è chi non rispetta il dolore di milioni di persone che ti hanno voluto bene e che te ne vogliono ancora. Gli uomini piccoli si nascondono dietro a un dito. Tu invece ci hai messo una mano intera e con quella hai realizzato un gran gol agli inglesi. E poi il gol del secolo, quello che si studierà nei manuali di calcio. Ti sei preso l’Albiceleste sulle spalle e l’hai condotta sul tetto del mondo.
Finché ci sarà qualcuno che dirà in qualsiasi lingua del mondo: “ma chi si Maradona?”, la tua stella brillerà in cielo… E le stelle non si spengono.
Ciao Diego.