John Robert Lewis, nato in Alabama nel 1940, è stato un personaggio molto attivo in campo politico. Nella fattispecie, grazie alle lotte contro il razzismo e l’oppressione, rappresenta uno dei principali capisaldi del movimento dei diritti civili
I have a dream
Il 1963 segna un evento epocale da conservare come memorandum, la marcia su Washington. Una manifestazione alla quale parteciparono circa 250 mila persone in onore dei diritti sul lavoro e la libertà, di cui John Lewis è uno dei Big Six insieme a Martin Luther King Jr. E’ proprio qui che per tutto il Lincoln Memorial echeggiò la frase “I have a dream”, discorso antirazziale che promuove la pace tra neri e bianchi.
Nel 1977 John Lewis si unisce al Partito Democratico e, 9 anni dopo, entra a far parte della Camera dei Rappresentanti della Georgia fino alla scomparsa. Nel 2019 dichiara di avere un cancro al pancreas al quarto stadio, malattia che lo accompagna fino alla morte il 17 luglio 2020. John Lewis conclude la sua battaglia contro il razzismo all’eta di 80 anni, l’ultimo dei Big Six ancora in vita.

Una vita dedita alla lotta contro il razzismo
Il mondo risulta profondamente scosso da questa notizia. La scomparsa di una figura di tale rilievo che ha plasmato la storia della comunità afroamericana degli ultimi decenni. Molti giornalisti definiscono Lewis come un oratore talmente emozionale, da essere ascoltato e rispettato anche dall’opposizione. Profondi cordogli sono arrivati anche da parte di molteplici associazioni, tra le quali spicca la Naacp (National Association for the Advancement of Colored People).
Lo stesso giorno il mondo compiange la scomparsa di un’altra figura di spicco della lotta per i diritti civili. C.T. Vivian, prima fra gli organizzatori della Freedom Rides e successivamente in carica come presidente della Southern Christian Leadership Conference, si spegne a 95 anni.