Intervista a Marco Sgobbi, giovane deejay di Padova: “La musica è il mio mondo”

Marco Sgobbi è un deejay di Padova di 25 anni appassionato di musica. Ha avuto modo di suonare in diversi locali sebbene le sue esibizioni principali siano state durante alcune feste private
Intervista Marco Sgobbi giovane deejay Padova

Marco Sgobbi è un deejay di Padova di 25 anni appassionato di musica. Ha avuto modo di suonare in diversi locali sebbene le sue esibizioni principali siano state in feste private. I suoi sogni nel cassetto sono tanti e vorrebbe presto realizzarli. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.

Com’è iniziata la tua carriera da deejay? 

“È iniziato tutto guardando un video su YouTube di Tiesto al Tomorrowland e mi sono detto: ‘che figata voglio fare il Deejay’. Mi sono fatto regalare dai miei genitori per la cresima una consolle da Deejay, e ho iniziato a fare qualcosa utilizzando il software Virtual Dj per imparare”.

Hai preso ispirazione da qualcuno o è una tua passione? 

“Ho preso ispirazione dai grandi della musica EDM (Electro Dance Music) – Tiesto e David GuettaVedendo le loro esibizioni nei festival. Da lì ho pensato che sarebbe bello un giorno arrivare lì ma non conoscendo il mondo e tutto il percorso che c’era da fare – avevo delle aspirazioni abbastanza grandi – e quindi ho preferito rimanere nell’ambito locale”.

Che genere di musica preferisci suonare? “Tech House”

In che posti hai suonato?

“Ho iniziato a suonare nel Privé della discoteca Atmosphera club Padova. Dopo ho iniziato a investire nell’attrezzatura, da lì ho iniziato a fare qualche festa di compleanno nella cerchia dei miei amici, poi, festa dopo festa è nato un giro che si è ampliato sempre di più e ho partecipato anche a dei contest, organizzati da Pioneer Dj: il primo a Bologna, il secondo in fiera a Padova, il terzo organizzato da Piazzo, strumenti musicali nella sagra di Fossona. Con questo voglio dire che suono a diciottesimi, matrimoni, eventi aziendali e aperitivi, e lavoro come deejay stagionale nel periodo invernale in due locali a Padova che sono: Factory club e L’anima Underground“.

Tra questi posti in cui hai suonato c’è stato uno che ti è piaciuto di più o di meno?

“Diciamo che riguardo alle feste private no, perché, bene o male affittano ville, sale di patronato, palazzi storici. Di posti ne ho girati tanti un luogo molto carino è la Tenuta GalileiMestrino in riva al lago. Invece il posto più brutto non te lo saprei dire sinceramente perché li rimuovo”.

Raccontami una tua serata? Come si svolge?  

“Arrivo un’ora e mezza prima che inizi la festa, monto l’attrezzatura, arrivano gli invitati che trovano la musica da aperitivo di sottofondo. Quando vedo che vogliono ballare inizio a mettere un po’ di musica Hip Hop, Reggeaton come riempi pista e poi passo alla Commerciale, House e poi qualcosa di tipo EDM. Bisogna sempre individuare il target e quindi a un diciottesimo metterei il genere Trap. Invece a un matrimonio vado a mettere musica anni 90 e 80. Perché per ogni festa bisogna avere un bagaglio musicale molto ampio, io avendo abbastanza feste di diverse tipologie ho tante canzoni per una bella serata dall’inizio alla fine”.

La canzone o le canzoni che non devono mancare in un deejay set? 

“Allora le canzoni di Blanco, Elodie, Rhove, ecc per la scena attuale, un po’ di anni 90′, i tormenti estivi e adesso vanno tanto di moda i mashup da TikTok. Io penso che questa piattaforma sia utile per i deejay che vogliono trovare delle idee molto interessanti ad esempio mashup di canzoni di commerciali mescolate con pezzi vecchi. Le canzoni dei primi anni Duemila, Gigi D’Agostino, Lady Gaga e altri: quelle sono state le icone dell’epoca quindi non devono mai mancare in un deejay set”.

Marco Sgobbi: “È difficile che un producer emergente riesca a spiccare il volo”

Intervista Marco Sgobbi giovane deejay Padova
Marco Sgobbi (Foto Instagram @marco_sgobbi)

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Le prime tre domande strane che ti hanno fatto a un evento?

“La prima: a cosa servono le cuffie e la mia risposta è stata che le uso per il pre-ascolto che serve per sentire entrambi le canzoni per metterle a tempo”.

La seconda: posso attaccare il telefono alla consolle? Per fortuna non mi capita spesso ma capitava i primi anni perché c’era la canzone che una persona voleva e non sanno che, il deejay può eventualmente scaricarla al momento soprattutto se usa il computer. Una persona può anche definirla una mancanza di rispetto per chi lavora come Deejay che vi mette la musica e io accetto richieste e c’è chi non lo accetta.

La terza: posso premere i pulsanti? Mi è capitato che mi chiedessero le cuffie per farsi una foto”.

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Pensi che il producer sia un lavoro sottovalutato in Italia? 

“Nel mercato della musica in generale c’è moltissima concorrenza quindi difficilmente un producer emergente riesce a spiccare il volo perché spesso viene confuso con il deejay. Sono due lavori diversi e possono coesistere: volendo il producer può fare il deejay però non sono la stessa cosa. Il producer di solito lavora dietro le quinte. Per fare il producer ci vuole dedizione, tempo, impegno e costanza”.

Chi è per te il miglior deejay/producer di adesso? 

“Tra gli italiani il primo è Angemi, sia come producer e come deejay è molto valido. È partito veramente da zero e a avuto sia la fortuna che la bravura di sfruttare il suo talento, si merita di stare dov’è. I secondi sono Merk & Kremont che hanno prodotto dischi per Il pagante, Ghali, Rovazzi, ecc: hanno il loro mercato musicale producono anche cose loro e come deejay sono molto bravi”.

“Invece nell’ internazionale mi piace molto James Hype, come tecnica e stile ha rivoluzionato il concetto del deejay visto da un punto di vista della pista. Perché molto spesso mi capita di sentire da persone inesperte che il deejay prema solo play e la canzone va da sola. James fa capire che il deejay è un arte tecnica”.

La tua produzione di cui vai più fiero? 

“Solitamente faccio mashup, quindi, il mashup di cui vado più fiero è I Gotta Feeling dei Black Eyed Peas & Party on di Dj Ethan. Sono andato a una serata alla discoteca Extra come cliente e l’ho sentito dal deejay che stava suonando in quel momento quindi sono andato da lui e gli ho chiesto:’questo mashup è di Marco Sgobbi?’ e mi ha risposto di sì e gli ho detto che ero io”.

“È stata supportata dai Dj’s From Mars e da Angemi quindi comunque ha avuto delle approvazioni da deejay e producers abbastanza importanti. È stato un lavoro apprezzato perché la qualità indubbiamente c’è stata. Mi è rimasto impresso quel momento e ne sono rimasto molto contento“.

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Progetti per il futuro? 

“Tra un mese mi laureo e quindi cercherò un lavoro. Per quanto riguarda il deejay continuerò a fare feste private e lavorerò nei due locali Factory club e L’anima Underground“.

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