Il Principe indiano Gohil: “al bando le terapie riparative”

Il Principe indiano Manvedra Singh Gohil dichiaratamente gay ha fatto un accorato appello internazionale per chiedere a tutti i Governi di mettere al bando le terapie riparative per le persone LGBT+

Il Principe gay indiano Gohil e il bando internazionale delle terapie riparative

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Il Principe indiano Manvedra Singh Gohil durante una manifestazione LGBT+ – Il Principe indiano Gohil: “al bando le terapie riparative”(Foto dal web)

L’omosessualità del Principe Gohil (Classe 1965) è stata rivelata nel 2004, quando a causa di una crisi nervosa fu ricoverato in una clinica. In quell’occasione furono i medici a rivelare la sessualità ai membri della famiglia. Ma solamente quattro anni dopo la famiglia rese pubblica l’omosessualità del figlio, accusando pubblicamente di essere un disonore per l’intera dinastia.

Notizia che causò nell’opinione pubblica indiana numerose proteste nei confronti del Principe Gohil. In molti scesero in strada a manifestare contro l’omosessualità del Principe bruciando le sue effigi e chiedendo alla famiglia reale di toglierli ogni titolo e privilegio. Titoli che gli furono restituiti anni dopo la riconciliazione con il padre e con l’intera famiglia. Si tratta del primo reale a essere apertamente omosessuale.

Il Principe gay indiano Gohil ricorda le ‘cure’ con l’elettroshock

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Rappresentazione delle terapie riparative – Il Principe indiano Gohil: “al bando le terapie riparative”(Foto dal web)

Sapeva già da bambino di essere gay ma la cultura indiana ha sempre ritenuto l’omosessualità una malattia che andava curata. Ed è per questa ragione che la famiglia lo costrinse a un ricovero coatto presso una delle tante cliniche indiane ‘specializzate’ nella conversione delle persone LGBT+.
In una recente intervista ha ricordato i terribili trattamenti cui era sottoposto per ‘curare’ l’omosessualità. Trattamenti che consistevano anche in sedute con l’elettroshock.

Da anni in prima fila a sostegno della comunità LGBT+ indiana ha parlato anche della brutale pratica dello ‘stupro correttivo’ utilizzato all’interno della società indiana per ‘guarire’ le ragazze lesbiche.
In pratica si tratta di un abuso sessuale perpetrato dai membri maschi della propria famiglia con lo scopo di far capire alla vittima (In molti casi anche molto giovani) che l’unico rapporto ammesso è quello tra un uomo e una donna.

L’omosessualità non è una malattia da curare

Il Principe indiano Gohil: "al bando le terapie riparative"
Bandiera Rainbow – Il Principe indiano Gohil: “al bando le terapie riparative”

Adesso la richiesta all’India e al mondo intero per mettere al bando definitivamente le terapie riparative. Pratiche che non hanno nessun basamento scientifico e che sono ritenute pericolose per la salute mentale e fisica delle persone costrette a subirle.
Molte Nazioni si sono mosse per vietarle come Malta, l’Ecuador, il Brasile, Taiwan e la Germania mentre il Regno Unito, Israele, Canada, Paesi Bassi, Irlanda, Australia e Cile stanno pensando di seguire la strada dell’abolizione.

Negli Stati Uniti d’America, invece, sono già vietate in 20 Stati dell’Unione: New Jersey, California, Oregon, Illinois, Vermont, New Mexico, Connecticut, Rhode Island, Nevada, Washington, Hawaii, Delaware, Maryland, New Hampshire, New York, Massachusetts, Maine, Colorado, Utah e Virginia, Washington DC e Porto Rico. Nonostante la politica omotransfobica dell’Amministrazione Trump.
L’omosessualità non è una malattia. L’omofobia è una malattia che deve essere curata.

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