Greta, ragazza transgender, chiede il diritto di essere chiamata con il suo nome

Greta Berardi di tredici anni, si sente una donna e come tale vorrebbe essere trattata, è infatti una ragazza transgender. Per questo i genitori, che la supportano, hanno richiesto al Tribunale di Ravenna il cambio del nome della figlia. Insieme a questo verrebbe automaticamente concesso il nulla osta per il cambio di sesso nel caso in cui Greta un giorno decidesse di operarsi. Cinzia Messina, madre della ragazza, resa nota da un servizio delle Iene, ha spiegato che però la figlia aspetterà il compimento dei diciotto anni e la piena consapevolezza e maturità per effettuare il passaggio.

Intanto però l’obiettivo della famiglia è quello di rendere possibile il cambio di nome perché, spiega sempre Cinzia Messina, che ha anche scritto un libro sulla storia della figlia: “Greta ha diritto come tutti gli altri ad essere chiamata col suo nome, credo sia il minimo che un essere umano possa chiedere”. Il giudice Antonella Allegra che si occupa del ricorso ha ricevuto un parere positivo dal Pm della Procura di Ravenna Cristina D’Aniello.

La storia dell’infanzia transgender

Greta, quando parla di se stessa, non vuole neanche ricordare il nome assegnatole alla nascita. Nata biologicamente maschio insieme a un fratello gemello, Greta ha capito ben presto di preferire i giochi delle bambine. Per questo ha dovuto subire da sempre gli insulti dei bambini bulli.

Ma crescendo, nell’età della pubertà, la bambina si è resa conto che il suo disagio era più profondo e nasceva dal non riconoscersi nel proprio corpo: “Le ragazze parlavano del ciclo e mi chiedevo perché non venisse anche a me. Poi ho capito”. Quando fa coming out con la famiglia, Greta viene accettata da subito. Non si può dire lo stesso dei suoi compagni di scuola e dei loro genitori, che iniziano a isolarla, e nemmeno per gli insegnanti, che si rifiutano di mandarla nel bagno delle ragazze. Ma Greta è giovane e ha ancora tanto tempo per guarire le ferite del passato.