La Ministra Azzolina ha precisato oggi in un’intervista che la riapertura il 14 settembre non sarebbe a rischio, ma è ancora caos e scontro politico sulle regole di prevenzione e sicurezza
La riapertura delle scuole sta scatenando un vero e proprio dibattito politico tra chi contesta i protocolli di sicurezza e chi ancora alimenta le polemiche con le fake news, ma il 14 settembre si tornerà in classe, e non ha dubbi la Ministra Lucia Azzolina che è intervenuta in un’intervista di oggi al Tg1 per cercare di chiarire i numerosi equivoci che si erano creati nelle scorse settimane. Il comitato tecnico scientifico ha precisato che la priorità assoluta adesso è quella di far ripartire l’istruzione, anche Walter Ricciardi, segretario del Ministro della salute aveva espressamente esposto dubbi nel caso in cui i contagi continuassero a crescere, si è poi smentito successivamente in una nota dove chiarisce che non si riferiva all’Italia ma stava parlando di altri paesi più a rischio: “Non ho mai detto che riapertura delle scuole ed elezioni sono a rischio in Italia. Le scuole riapriranno e si sta facendo di tutto per riaprirle in sicurezza. Parlavo di altri Paesi dove la curva dei contagi si è rialzata in modo preoccupante. In Italia, fortunatamente, non è ancora così e dobbiamo fare di tutto per tenere la situazione sotto controllo”.
Riapertura scuole, scontro sui protocolli di sicurezza:
Se incertezze sul rientro sembrano ormai state chiarite a gran voce da tutti i canali ufficiali del governo, lo scontro continua acceso sulle regole di sicurezza, in particolar modo sull’obbligo delle mascherine in classe. Ieri si è tenuta una riunione tra Cts, Ministero dell’Istruzione, uffici scolastici regionali e sindacati per definire la messa a punto dei protocolli che erano stati già pubblicati alcuni giorni fa.
Sull’uso della mascherina il Cts ha dichiarato che sarà obbligatoria per tutti gli studenti sopra i 6 anni, e potrà essere rimossa solo durante le ore di educazione fisica o a mensa. Questo primo punto è stato quello sul quale si sono concentrate le polemiche; sono stati infatti moltissimi a scagliarsi contro la decisione del comitato tecnico scientifico, come nel caso della regione Veneto che successivamente alle dichiarazioni del coordinatore Miozzo ha espresso pubblicamente parere contrario tramite l’assessora all’istruzione Elena Donazzan: “tenere la mascherina durante le lezioni è una tortura. Noi siamo fortemente contrari e faremo di tutto perché questa non sia una regola per i nostri ragazzi”
La Ministra Azzolina proprio nell’intervista di oggi ha precisato che dove c’è distanziamento la mascherina effettivamente può essere tolta al banco durante le lezioni.
Ma le preoccupazioni continuano anche in materia di distanziamento, infatti in moltissimi istituti ancora non sono state trovate adeguate soluzioni per evitare assembramenti, mancano locali alternativi e in molti casi le scuole saranno costrette ad iniziare le lezioni senza poter avere adeguati spazi di sicurezza tra uno studente e l’altro, inoltre le forniture di banchi monoposto, dispositivi di protezione e gel disinfettanti sarebbero in notevole ritardo, si stima che le consegne termineranno oltre il mese di ottobre, e mancherebbero anche precisi accordi con le regioni sulle modalità di distribuzione.
Quello che emerge è che nonostante le linee guida dei protocolli siano già state decise, gli accordi ancora non ci sono e questo sta generando un vero e proprio caos, provocando una serie di dubbi sia nei genitori che nel personale scolastico, oltre ad essere diventato argomento di scontro tra forze politiche.
Il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, ha recentemente garantito che il governo manterrà la promessa di riaprire le scuole nella data prevista, ma al termine della riunione di ieri ha ammesso che ci sarebbero ancora incertezze proprio in materia di sicurezza, insistendo sul punto che la decisione definitiva dovrà essere presa dal governo nella sua interezza, e lasciando ancora aperte molte possibilità su eventuali ripensamenti e cambi di linee guida finchè non ci sarà un completo accordo con le regioni: “finché non c’è un accordo non ci sono linee guida. Noi ai ragazzi e ai genitori dobbiamo dire che ci sarà un intervento immediato sia in via preventiva che successiva se dovessero esserci contagi. Non abbiamo alternative. C’è un confronto continuo con le Regioni”.