Doppia preferenza, Calderoli: “Danneggia donne, maschi infedeli”

calderoli doppia preferenza maschio infedele

Passa al Senato il decreto legge sulla doppia preferenza di genere in Puglia. Tra i contrari, spicca la teoria di Calderoli: “la doppia preferenza danneggia il sesso femminile, perché il maschio è più infedele…”

Diventerà legge il testo sulla doppia preferenza nelle consultazioni elettorali regionali in Puglia per garantire la parità di genere. Lo sarà con 149 sì, 98 astenuti, e qualche polemica: quella del senatore della Lega Roberto Calderoli, che in aula si è espresso scettico circa il provvedimento, spalleggiando una teoria antropologica tutta sua.
Secondo il senatore: “[…] in collegi che hanno a disposizione un numero di candidature che va da due a sette, quindi piuttosto piccolo, la doppia preferenza di genere danneggia il sesso femminile, perché normalmente il maschio è maggiormente infedele della femmina  per cui accanto a una candidatura maschile…il maschio solitamente si accoppia con quattro cinque rappresentanti del gentil sesso, cosa che la donna solitamente non fa. Il risultato è che il maschio si porta il voto di quattro cinque signore, e le signore si ripartiscono e non vengono elette
Con un intervento del genere, non poteva non levarsi un certo mormorio e qualche “buuh” dalla maggioranza, ma anche il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa – che presiedeva l’aula – ha tentato di frenarlo: “ci stiamo avventurando…“, interrompendolo imbarazzato con un “la ringrazio…“,  nonostante gli applausi della destra.

Calderoli e i “maschi infedeli”, i Dem difendono doppia preferenza

roberto calderoli doppia preferenza maschi infedeli
Roberto Calderoli durante il suo intervento sulla doppia preferenza (foto dal web)

In ogni caso, il decreto è passato, e la bizzarra teoria di Calderoli ha più che altro provocato le polemiche e le repliche dei Dem, come le parole della senatrice Pd Valeria Valente: “Il Parlamento non è il luogo dove gli stereotipi si alimentano ma in cui si combattono, con norme e buon esempio […] dal legislatore mi aspetterei non una presa d’atto, quanto la stigmatizzazione di un comportamento che rischia di penalizzare le donne e quindi l’impegno ad adoperarsi affinché, insieme ad una legge che di per sé è necessaria ma mai sufficiente, si cambino anche comportamenti, pratiche e culture che rendono oggi difficile l’accesso delle donne alla vita politica e istituzionale”
Sulla stessa riga, la collega di partito Caterina Biti: “C’è bisogno di riposo. Al rientro sarà bello spiegargli come una donna vince in una lista con la parità di genere“.

Siamo una realtà indipendente
che
non riceve nessun tipo
di finanziamento.
Aiutaci a realizzare il nostro sogno,
dona anche tu

Siamo una realtà indipendente che non riceve nessun tipo di finanziamento.
Aiutaci a realizzare il nostro sogno,
dona anche tu

Siamo una realtà indipendente
che
non riceve nessun tipo
di finanziamento.
Aiutaci a realizzare il nostro sogno,
dona anche tu

torna su
futuranews

Iscriviti alla nostra Newsletter:
per te tante sorprese!