È stata la protagonista femminile di una delle storie d’amore più iconiche degli anni Ottanta: Jennifer Grey è diventata famosa per il personaggio di Baby nel film Dirty Dancing, uscito nelle sale nel 1987. Baby incarnava l’archetipo dell’adolescente borghese, cresciuta in un ambiente protetto di benestanti, che si apre al mondo e scopre l’amore. Ma la storia del personaggio mostra anche il cambiamento nella visione del femminile negli anni ’60, epoca in cui il film è ambientato.
Baby è una ragazza idealista che desidera cambiare il mondo e mostra spirito di iniziativa e emancipazione perché, come afferma Patrick Swayze nei panni di Johnny: “Nessuno mette Baby in un angolo“. Nonostante Jennifer Grey avesse ventisette anni all’uscita del film, l’attrice nell’immaginario collettivo è associata da sempre al personaggio della ragazza ingenua che viene iniziata alla vita adulta durante il soggiorno nel villaggio vacanze. Eppure il tempo passa per tutti e porta con sé grandi cambiamenti.
Dopo una serie di sfortunate operazioni di chirurgia plastica al naso il volto dell’attrice è cambiato e per molto tempo Jennifer Grey sembra essere stata dimenticata dal suo pubblico e dall’industria cinematografica. Tempo fa lei stessa ha affermato: “Se prima ero famosa, adesso sono una perfetta sconosciuta. E sarò sempre un’ex attrice famosa, riconosciuta solo per la brutta operazione al naso”. Eppure da qualche tempo la Grey è tornata sotto i riflettori, prendendo parte e vincendo un’edizione della versione americana di Ballando con le stelle e recitando in alcune puntate di House MD e Grey’s Anatomy.
L’attrice non si è mai allontanata dagli ambienti di Hollywood, dove sono sbocciate per lei anche storie d’amore, come quelle con Johnny Depp, Michael J Fox e Matthew Broderick, che poi ha sposato Sarah Jessica Parker.Attore è anche suo marito, Clark Gregg, con il quale è sposata dal 2001, famoso per aver interpretato Phil Coulson all’interno dell’universo Marvel. Da pochi giorni la coppia ha però annunciato l’intenzione di divorziare.
