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Cuba ha detto Sì ai matrimoni e alle adozioni per le coppie omosessuali

Il 25 settembre a Cuba si è svolto il referendum con cui si è approvato il Codice della famiglia, il pacchetto di leggi più moderno del mondo in tema di diritti civili
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Una svolta oltreoceano: a Cuba oltre il 66% dei votanti si è espresso a favore in materia di diritti civili per le persone omosessuali. Con la vittoria di questo referendum si è approvato il “Codice delle famiglie“, ovvero l’emanazione di diverse leggi che regolamentano in materia di matrimonio egualitario, di adozioni per le coppie dello stesso sesso, inoltre viene disciplinata la maternità surrogata e infine, oltre al contrasto delle violenze di genere, viene introdotto anche il divieto del matrimonio infantile.

Un provvedimento necessario, considerato da giuristi ed esperti il pacchetto di leggi più moderne e garantiste al mondo sul tema. La novità è senza dubbio che questo referendum è solo il terzo che si è tenuto nella storia di Cuba da dopo il 1959, e il primo che abbia approvato una norma specifica.

Ora il confronto viene da sé, e la domanda che ci dovremmo porre è la seguente: com’è possibile che in una Repubblica monopartitica, in materia di diritti civili siano stati i cittadini a decidere cosa è giusto, e in Italia si combatte ancora contro quei parlamentari che, all’affossamento del Ddl Zan, applaudivano come se fosse una festa?. 

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Dovremmo forse imparare dal referendum di Cuba?

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Roma, manifestazione per Ddl Zan (Foto Instagram @alessandro.zan)

Questa storia incredibile, dove l’opinione e il pensiero della popolazione sono stati sovrani dovrebbe farci riflettere, soprattutto con i tempi che corrono. Dovremmo prender consapevolezza più che mai che la nostra voce ha un peso, che non dovremmo avere paura di esprimere le nostre opinioni, che non dovremmo avere timore di alzare la testa e soprattutto non possiamo permetterci che altri decidano sulla nostra vita.

In particolare modo, oggi in Italia sarebbe cosa giusta far sentire il nostro grido, avere la voglia di urlare ancora più forte che sui nostri corpi, sulle nostre vite decidiamo noi, e questo non deve essere oggetto di una partita politica. Siamo persone.

Il clima generale che si respira in Italia, dopo le elezioni del 25 Settembre (con la vittoria della destra) è quello che le minoranze verranno messe sempre più ai margini della società, private di qualsiasi speranza e barlume di diritto. Vi è il timore che l’odio prenderà il sopravvento e che, come è successo in America nell’era Trump, i misogini, i razzisti e gli omofobi si sentiranno legittimati ad abbandonarsi ai loro istinti più cattivi.

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Libera di abortire (Foto Instagram @liberadiabortire)

I temi che preoccupano di più sono quelli dell’aborto, poiché sebbene in Italia il diritto all’aborto è garantito dal 1978, la realtà è che in molte situazioni questo non avviene, per esempio ci sono regioni in cui i tassi di obiezione superano l’80%. La vincente Giorgia Meloni ha dichiarato che il diritto all’aborto è garantito, ma che non si possono costringere le persone ad agire contro la propria coscienza. Bene, se si riflettesse questo discorso in tutti gli ambiti lavorativi, probabilmente vivremmo in un’anarchia organizzata.

La realtà è che quando una persona sposa la scienza, la sua coscienza deve farsi da parte. E purtroppo non è da sottovalutare il potere di un governo conservatore, poiché questo, esattamente come è successo in America, in Ungheria e Polonia, può ostacolare il diritto all’aborto, senza però negarlo del tutto, attraverso giochi di contro-implementazione.

È il caso di addentrarci sulla questione dei diritti delle persone che fanno parte della comunità LGBTQIA+? Forse non serve. Ma forse è il caso di dire che se un anno fa, con l’uccisione del Ddl Zan, l’Italia si era palesata come un paese con una politica non pronta, oggi più che mai questa cosa è messa in luce.

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Copertina Vanity Fair volta alla sensibilizzazione sul tema del Ddl Zan (Foto Instagram @opheliamillaiss)

Oggi l’Italia e ogni speranza, di essa, di essere un Paese civile e che tutela le minoranze dai violenti è andata in fumo. E a tutte le persone che, a causa di una narrazione della realtà distorta, hanno paura di una legge che tuteli per persone dalle violenze che sono mosse dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, noi ci sentiamo di rassicurarli, ma soprattutto di informarli: una legge che tutela alcune minoranze già esiste e l’intento del Ddl Zan era ed è quello di aggiungere alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi anche gli atti discriminatori fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere.

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La cosa assurda è che, su questo, si è fatto terrorismo, andando addirittura a insinuare che una legge simile sarebbe stata discriminatoria per le persone eterosessuali, Beh, noi oggi abbiamo il dovere di dialogare con le persone che hanno creduto a questi racconti falsificati della realtà. Abbiamo il dovere di far capire loro che una cosa che vuole tutelare le discriminazioni non può essere discriminatoria.

Oggi noi tutti dobbiamo R-ESISTERE.

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