Covid, ecco perché il vaccino va prima ai giovani

vaccino covid giovani (pixabay)

Diversi ricercatori della University of Southern California e della Johns Hopkins sostengono la tesi. La motivazione è che sono soprattutto gli asintomatici a minacciare la comunità

Mentre la corsa al vaccino per il Covid-19 è avviata, affiorano le domande su chi dovranno essere i primi a beneficiarne, vista la limitatezza delle prime dosi che potranno essere distribuite. Perlopiù ci si orienterà nella somministrazione ad operatori sanitari e categorie particolarmente fragili. Eppure alcuni ricercatori americani, della University of Southern California  e della John Hopkins avanzano una tesi che punta all’operazione opposta.

Ad aver convinto su questa posizione, tra gli altri, Dana Goldman, David Conti e Matthew E. Kahn, è la recente netta crescita della curva di contagi specialmente fra i giovani. Gli studiosi fanno notare che : “La diffusione da parte di asintomatici sta facendo chiudere scuole e università, e minaccia le comunità“. E dunque nella sfera della priorità starebbero ai maggiori diffusori del virus, ovvero i cittadini meno anziani. E solo dopo toccherebbe ai più vulnerabili.

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Vaccino prima ai giovani? Gli studi a supporto della tesi

vaccino covid giovani (foto dal web)
University of Southern California (foto dal web)

A supportare il ragionamento dietro la proposta stanno anche alcuni studi sulla pandemia influenzale del 2009. In quel caso emerse proprio che la limitazione del virus veniva favorita dall‘immunizzazione dei più giovani, con l’indiretto risultato di proteggere i settori più fragili della popolazione.

Bisognerà capire quale sia la scelta migliore, prima della distribuzione in larga scala del vaccino, prevista comunque nel 2021, forse anche ad anno inoltrato. Anche l’Italia, ricordiamo, è tra le protagoniste della ricerca. In merito, si è espresso recentemente il ministro Speranza: “Voglio esprimere un sentimento di orgoglio perché l’Italia è in prima linea con i propri ricercatori. […] L’Italia c’è, a testa alta, con le proprie forze, con la propria ricerca, intelligenza e capacità di investire”.

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