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Covid-19, la nuova variante Eris preoccupa l’Oms. Ecco cosa sappiamo

Cresce la preoccupazione per l'incidenza in aumento della variante Eris del Covid-19. A ottobre sarà disponibile il vaccino aggiornato di Pfizer e BioNTech. L'OMS raccomanda ai soggetti fragili di non attendere per la dose di richiamo
Covid-19, la nuova variante Eris preoccupa l'Oms. Ecco cosa sappiamo

La variante Eris del Covid-19 sta attualmente sollevando diverse preoccupazioni in tutto il mondo, spingendo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) a lanciare un allarme e a chiedere un aumento delle vaccinazioni e della sorveglianza del virus, specie in vista della stagione invernale nell’emisfero settentrionale.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, capo dell’OMS, ha evidenziato che sebbene i dati sulla pandemia siano parziali a causa della mancata segnalazione da parte di molti Paesi, ci sono molti segnali preoccupanti. I decessi stanno aumentando in alcune regioni del Medio Oriente e dell’Asia, i ricoveri in terapia intensiva sono in aumento in Europa, e i ricoveri ospedalieri stanno crescendo in diverse parti del mondo.

Maria Van Kerkhove, responsabile tecnica dell’agenzia sanitaria dell’ONU per il Covid-19, ha sottolineato l’importanza di test e vaccinazioni, specialmente in vista dei mesi più freddi, quando le persone trascorreranno più tempo al chiuso, favorendo la trasmissione del virus. L’OMS ha anche sollecitato le persone più vulnerabili a non attendere per ricevere la dose di richiamo.

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I sintomi della nuova variante Eris del Covid-19

Covid-19, la nuova variante Eris preoccupa l'Oms. Ecco cosa sappiamo
Ricercatrice in laboratorio (Foto da St Adobe Stock)

La variante Eris, nota anche come EG.5, è ora dominante a livello globale ed è in aumento anche in Italia (vedi bollettino ISS). Uno studio condotto su criceti ha suggerito che Eris potrebbe avere una maggiore capacità di infettare i polmoni, il che potrebbe portare a forme più gravi di Covid-19 in alcuni pazienti. Tuttavia, è necessaria ulteriore conferma su come questa variante influenzi gli esseri umani, poiché gli studi sono stati condotti principalmente su modelli animali.

L’OMS ha classificato Eris come variante di interesse, e fa parte della famiglia Omicron, derivando dalla variante ricombinante XBB.1.9.2. È stata identificata per la prima volta in Cina e successivamente è diventata dominante negli Stati Uniti. Una delle sue caratteristiche distintive è la mutazione “F456L” nella proteina spike, che potrebbe consentirle di sfuggire con maggiore facilità agli anticorpi neutralizzanti.

Per quanto riguarda i sintomi associati a Eris, al momento non ci sono dati definitivi. I medici riferiscono di sintomi principalmente lievi o comuni, simili a quelli delle varianti precedenti, tra cui mal di gola, tosse secca, congestione nasale, mal di testa, voce rauca, dolori muscolari e articolari. Va notato che i sintomi del Covid-19 possono variare e mutare nel corso del tempo.

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Per affrontare questa situazione, è previsto che un vaccino aggiornato di Pfizer e BioNTech, che protegge dalle varianti XBB, incluso Eris, sarà disponibile a partire dal mese di ottobre. Sarà raccomandato soprattutto per le persone anziane, le donne in gravidanza, gli operatori sanitari e i familiari di persone con fragilità.

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