Il Festivalbar è stato per 44 anni l’evento musicale dell’estate, eppure il suo successo non ha potuto evitare la chiusura definitiva. Ripercorriamo la sua storia
Se fai parte della cosiddetta “Generazione Z” – che comprende chi è nato dopo gli anni 2000- forse il nome Festivalbar non ti risuonerà familiare, per molti altri invece porterà a galla numerosi ricordi. Nel 1964 Vittorio Salvetti diede vita alla prima edizione di quello che, per i successivi 44 anni, sarà considerato un appuntamento cult dell’estate.
Come e quando è nato il Festivalbar
L’idea nasce da un’usanza del tempo ossia quella dell’utilizzo dei jukebox all’interno dei bar. Al suo interno un contatore poteva rivelare quali erano stati i brani più richiesti, le canzoni più “gettonate”. Ugualmente, il Festivalbar aveva l’obbiettivo di decretare la canzone più trasmessa dalle radio e con il maggior numero di vendite, quindi la più amata dal pubblico.
Dall’edizione del ’86 venne introdotta anche la premiazione del miglior 33 giri. Il programma accompagnava i telespettatori per tutta l’estate fino alla puntata finale, trasmessa a settembre, che avrebbe decretato il tormentone dell’anno.
Ogni edizione veniva seguita dalla pubblicazione di un cd che andava a contenere i brani più ascoltati di quell’anno. Pubblicata in due diverse versioni negli ultimi anni queste presero il nome di “Compilation Blu” e “Compilation Rossa”.
Il Festivalbar come trampolino di lancio e i maggiori successi

Il palco del Festivalbar non solo lanciò giovani artisti – alcuni dei quali diventeranno grandi big della musica italiana – ma anche personaggi dello spettacolo come Fiorello, Gerry Scotti e Amadeus, per citarne alcuni.
Tra i vincitori delle varie edizioni ritroviamo alcuni dei brani che hanno fatto la storia del nostro repertorio: Caterina Caselli vinse l’edizione del 1966 con “Perdono” e solo tre anni più tardi toccò a Lucio Battisti con “Acqua azzurra, acqua chiara”.
Per ben due edizioni consecutive venne decretata vincitrice Mia Martini, prima con “Piccolo Uomo” e successivamente con “Minuetto”.
La canzone dell’estate del ’77 fu “Ti amo” di Umberto Tozzi, mentre nell’83 vinse il suo primo Festivalbar Vasco Rossi con “Bollicine”. È proprio Vasco a detenere il record di vincite, portandosi a casa anche l’edizione del ’98 con “Io no” e quella del 2001 con “Ti prendo e ti porto via”.
Ma sono innumerevoli le canzoni che pur non essendosi aggiudicate il primo posto hanno fatto parte della colonna sonora del Festivalbar e segnato un’epoca: “Vamos a la playa” dei Righiera, “Diavolo in me” di Zucchero, “Hanno ucciso l’uomo ragno” degli 883, “Ragazzo Fortunato” di Jovanotti, “Infinito” di Raf, “La mia signorina” di Neffa, “Non me lo so spiegare” di Tiziano Ferro e decine e decine di altre canzoni che ancora oggi occupano un posto speciale nel cuore di milioni di persone.
L’ultima edizione e la fine del Festivalbar
I tempi però, si sa, cambiano e dopo più di quaranta edizioni l’evento iniziò a perdere colpi e soprattutto ascolti. Neanche la scelta di coinvolgere nella votazione il pubblico online, tramite la pagina di MySpace, riuscì nell’impresa di dargli la svolta necessaria.
L’edizione del 2007, che si concluse con la vittoria dei Tokyo Hotel, fu l’ultima. Nonostante fosse stata annunciata quella per l’anno successivo la mancanza di fondi e il deludente responso del pubblico decretarono ufficialmente la chiusura del Festivalbar.